Fondata nel lontano '98 a San Paulo, la band è rimasta attiva nel più putrido underground brasiliano fino a quando nel 2014, una nuova ventata non li ha portati di li a un anno addirittura al debut
"Afterlife In Darkness" . I nostri amici brasiliani suonano death metal, semplicemente death. Non vi aspettate i soliti paragoni con i
Sepultura che furono, non ridiamoci dietro. Il quintetto è un' ennesima estensione del concetto puramente metal di "senso di appartennenza" ... Non c'è niente che non abbiate ascoltato prima, in questi 40', vi sembrerà di partecipare a una sorta di revival death metal trasversale, perchè le influenze della band sono abbastanza ampie e spaziano da una solida base americana a un approccio più "melodic" , come in
"Unholy Covenant", riuscendo a mischiare un maniera credibile un vocione da orco con delle melodie di fondo che rendono il polpettone più digeribile. Sparsi qua e la troverete rimandi a
Deicide e
Morbid Angel (ovviamente) ma anche cose più "epiche" e cadenzate come
"Into The Realm Of Abhorrence" che rimane subito in testa soprattutto nella parte finale ... Insomma l'album alla fine è godibile ma non essenziale, quando finisce non si ha quel bisogno fisiologico di suonarlo ancora, finisce è vabbè è stato bello ciao... Non me ne voglia la band, la sufficienza è altamente alla loro portata, per iniziare però a parlare di death metal bisogna iniziare ad evitare pezzi come
"Mandatory Coexistence", dove la "voglia di modernismo" iniziale, fa il pari con una mancanza totale d'ispirazione, salvata solo da una buona aggressività di fondo. I
Depressed quando picchiano duro (
"Descent Into Madness") sono una bella macchina da guerra, ma appena rallentano un attimo rischiano di sbandare facilmente (
"Delight In Pain") ... Sarà comunque un piacere incontrarci di nuovo...
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