Terminus - A Single Point of Light

Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:42 min.
Etichetta:Cruz Del Sur Music

Tracklist

  1. TO ASH, TO DUST
  2. HARVEST
  3. AS THROUGH A CHILD’S EYES
  4. FLESH FALLS FROM STEEL
  5. MHIRA, TELL ME THE NATURE OF YOUR EXISTENCE
  6. CRY HAVOC
  7. SPINNING WEBS, CATCHING DREAMS

Line up

  • James Beattie: vocals
  • David Gillespie: all instruments

Voto medio utenti

La prima uscita discografica dei Terminus era stata l'ennesima conferma che la Revival Wave of Heavy Metal non fosse solo un movimento per nostalgici, e, infatti, "The Reaper's Spiral", alla pari di ad altri album d’esordio, come quelli di Enforcer, Atlantean Kodex, Züül, Visigoth o Lethal Steel, era stato in grado di portare una bella sferzata di energia all'interno della scena Metal.
Il nuovo album dei Terminus, stavolta sotto le insegne della Cruz Del Sur Music, è in grado di confermare tutte le qualità e potenzialità del suo predecessore ma allo stesso momento ci porta la brutta notizia che la formazione nord irlandese si è ridotta a un duo, composto dal cantante James Beattie e dal songwriter e polistrumentista David Gillespie, e che procederà quindi nel suo percorso musicale solo come studio band.
Questo nulla toglie al valore di "A Single Point of Light", dove i Terminus ritrovano un efficace equilibrio tra l'Heavy Metal e la Science Fiction, grazie tanto all’interpretazione calda e intensa di James Beattie, che ribadisce l'ottima prova che già ce lo aveva fatto apprezzare ai tempi di "The Reaper's Spiral", quanto quella strumentale di David Gillespie, che ci accompagnano attraverso sette canzoni che sanno mediare epicità, impatto e armonia, in maniera personale e avvincente. Certo, i Terminus affondano le proprie radici e ispirazioni nel passato, ma, come mi aveva sottolineato James Beattie nel corso di un'intervista di qualche anno fa, sanno benissimo di non essere più negli anni '80 e soprattutto non vogliono certo far finta di viverci.

Tutto questo non può comunque spingermi a negare che brani come "To Ash, To Dust" o "As Through A Child’s Eyes" trasudino di Metal Classico, che "Harvest" guardi fortemente all'Epic Metal oppure che "Flesh Falls From Steel" si abbeveri dal Power & Speed alla Omen e Savage Grave, ma è altrettanto evidente che i Terminus ci mettono molto, ma davvero molto del loro. Non fosse così non incroceremmo di certo in chiusura del disco una "Spinning Webs, Catching Dreams" di oltre dieci minuti, lungo la quale Beattie e Gillespie sfoggiano tutta la loro versatilità e abilità.

Ecco quindi la conferma che la R.W.O.H.M. è sempre vitale ed energica, e grazie ai Terminus e alle altre formazioni citate, ma anche alle nuove leve, tipo Riot City, Traveler o Pounder, ci saranno sempre dei Defenders of the Faith a rispondere all'appello.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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