I romani Evangeline nascono dalle ceneri di un’altra band, i Testext, attivi già dal 1998, e questo “Coming Back To Senses” è il loro disco di debutto.
Il quartetto romano è autore di un hardcore melodico, che ad onor del vero è troppo debitore della scuola americana, il che se da un lato è un buon auspicio, perché ad orecchio non diresti mai che la band è italiana, sicuro sintomo di professionalità, ma dall’altro lato ciò si traduce in una carenza di idee e di originalità che ha dello sconcertante. Non c’è una sola nota in questo disco che non risulta già suonata miliardi di volte da altri gruppi. Tuttavia il problema è proprio l’eccessiva omologazione ai dettami del suono americano, e solo qualche volta la band si discosta da questo cliché, il quale attanaglia anche la voce del singer Franz, anonima e impersonale come poche.
Canzoni come “The Silent Scream Of Humanity” o “Watch Me Bleeding”, pur essendo costruite ottimamente dal punto di vista formale, dopo un po’ annoiano appunto perché troppo scontate e sature da tonnellate di melodia. Menomale che ogni tanto la band si ricorda che si può picchiare anche duro, come nel caso di “Blame It On Me”, che vede alla voce tale Josh dei Tokill, che con la sua voce più rude e in screaming, incattivisce un bel po’ la canzone.
Non mi sento di stroncare impietosamente questo disco e questa band, che pur ha delle qualità, peccando nel non saperle sfruttare con composizioni personali e un minimo originali. Resta il fatto però che nessuno ha bisogno di un disco come questo, perché sul mercato e nel genere se ne trovano a bizzeffe.
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