Siete pronti a varcare le porte del
Valhalla? A immaginare saghe guerriere tra i fiordi, dove l’acciaio luccica, il sangue lorda l’immacolato candore della neve e si scorge il biancicare delle ossa sotto il colpo ferale dell’ascia vichinga?
Si? … Bene … ora ricordatevi che tra l’enorme patrimonio culturale della nostra
Italietta c’è un celeberrimo caposaldo della letteratura mondiale denominato “
Divina Commedia” e che il suo “
Inferno” non ha nulla da invidiare per ambientazioni , allegorie e simbolismi alla mitologia norrena più cupa, eroica, funerea e ancestrale.
E allora ecco che è proprio il “
Canto III”, in cui
Dante giunge nell’
Oltretomba, a offrire titolo e ispirazione al nuovo lavoro degli
In Aevum Agere, formazione partenopea che ormai parecchi anni sostiene la causa dell’
epic-doom con personalità e talento, collocandosi tra i più credibili depositari della nobile eredità
settantiana del genere.
Sulla scia di Black Sabbath e Candlemass, al fianco di epigoni di valore quali Below e Sorcerer, i nostri rappresentano un’autentica eccellenza del settore, riuscendo a evocare potenti e oscure visioni attraverso un percorso espressivo rigoroso ma non eccessivamente sottomesso e monolitico, in grado di evitare quelle diffuse circostanze in cui “mortifero” fa rima con “soporifero”.
Capitanati da
Bruno Masulli, carismatico “veterano” della scena (Marshall, Loadstar, Power Beyond, Annihilationmancer, I Miti Eterni), gli
In Aevum Agere dosano ad arte progressioni, enfasi e rallentamenti, alimentando con inusitata forza espressiva il crogiolo di melodramma, tormento,
epos e
pathos che intride, senza esclusioni di sorta, il programma dell’albo.
La voce di
Masulli, evocativa e stentorea senza forzature o sterili istrionismi, funge da prezioso collante tra questi dieci (tra cui tre interludi recitati …) frammenti di pura suggestione
cardio-uditiva, capace di strisciare sinistra tra i sensi dell’astante, impossessandosene in maniera inesorabile.
Tenuto conto dell’ispirazione concettuale dell’opera e della sua integrale pregevolezza, non ritengo né utile né funzionale dilungarmi in dissertazioni singole, ma ciononostante suggerisco ai cultori dei migliori Candlemass di soffermarsi sulle melodie magnetiche di “
The great refusal (Ignavus)” e “
Voices of my solitude”, fulgidi esempi di come si possa onorare con temperamento l’operato di un caposcuola.
“
… Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate …” …
beh, sono certo che anche il
Sommo Poeta ci perdonerà se invece affrontiamo questo viaggio tra le avvincenti pagine sonore di “
Canto III” con il fardello della “speranza” che gli
In Aevum Agere conquistino quell'affermazione ampia e capillare che si deve agli autorevoli protagonisti dell’
epic/dark metal.
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