Ero curioso di ascoltare la prima prova solista del chiacchierato (?) violoncellista canadese
Raphael Weinroth-Browne, noto ai più per aver prestato il suo strumento e la sua creatività ai progster
Leprous prima con
“Malina” poi con il recente
“Pitfalls”.
“Worlds Within” non è per niente un disco “facile” o accessibile, ma c’era da aspettarselo. 40 minuti lasciati al solo violoncello e a tanti effetti più o meno riconoscibili (delay, flanger, ecc.), inciderebbero senza ombra di dubbio sulla corretta digestione di tanti potenziali ascoltatori.
Detto questo, le sonorità rarefatte e cinematografiche di
“Unending” o gli episodi più propriamente heavy e progressivi come
“From Above” o la quadripartita
“Tumult” hanno un fascino che sarebbe scorretto negare. Peccato per i momenti troppo sbilanciati verso l’ambient (penso a
“Fade”) che appesantiscono un album, come già anticipato, volutamente non per tutti.
Inutile ridurre un full-length di questo tipo a un numero.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?