Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:70 min.
Etichetta:Eisenwald Tonschmiede

Tracklist

  1. INTRO
  2. BUTTERFLY
  3. THE STAIN OF PAST REGRETS
  4. DEPARTURES
  5. MEMORIAL ADDRESS
  6. AN END
  7. BENEATH THE CLIFFS
  8. BLUE AS THE SKY, POWERFUL AS THE WAVES
  9. HOW CAN I?
  10. I CAN SEE IT IN THE STARS
  11. IT'S OVER...
  12. WITHERING IN HELL
  13. GHOST TREE PT.3

Line up

  • Tim Yatras: All instruments

Voto medio utenti

Sebbene sia stato rilasciato a novembre dello scorso anno, riesco a parlarvi del nuovo album del progetto Germ solo adesso perché solo qualche giorno fa il promo è arrivato in redazione.
Misteri dell'industria discografica a parte, "Grief" conferma l'originalità dell'australiano Tim Yatras, polistrumentista e membro unico del gruppo, in grado di fondere, anche in questa occasione, ambiti musicali molto distanti.
Black Metal, aperture elettroniche, Depressive rock anni 80, Shoegaze, sono tutti elementi che convivono nell'album dando vita ad una miscela affascinante e di sicura personalità.

Voglio chiarire una cosa.

Se non fosse per lo scream disperato di Tim, sarebbe difficile considerare "Grief" un album propriamente metal.
Le sue melodie, le sue divagazioni "spaziali" lo rendono, infatti, un lavoro molto distante dai tradizionali (e sicuri) confini della musica dura. Soprattutto i puristi, credo, storceranno il naso al cospetto di un album coraggioso che non ha paura di essere ruffiano pur rimanendo, grandissimo pregio, mai banale.
In verità, considerazioni del genere ci interessano poco.
Quello che conta è che "Grief" ci regala più di un'ora di grandissima musica.
Musica in cui melanconia, disperazione, melodie dolci e soavi, violenza si fondono in modo fluido e perfettamente in linea con l'obiettivo di un disco davvero "sentito".

A partire dalla magnifica cover, opera della fotografa Julia Margaret, fino ad arrivare alla produzione perfettamente bilanciata in tutte le sue componenti e passando per le pregevoli vocals dell'ospite Audrey Sylvain degli Amesoeurs, Tim Yatras ribadisce il suo status di artista ispirato e sensibile, moderno cantore di una civiltà allo sbando all'interno della quale, tuttavia, la bellezza continua ad esistere ed a nutrirsi di tutti gli elementi che la rendono tale.
Spero che il pubblico metal, solitamente molto chiuso, non si lasci sfuggire un lavoro di questo valore.

Sarebbe un vero peccato.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 giu 2014 alle 20:50

bello

Inserito il 21 feb 2014 alle 18:59

mi ha incuriosito questa rece e la copertina ha attirato subito la mia attenzione....sono all'ascolto....spero di rifarmi la orecchie dopo la delusione Alcest....

Inserito il 20 feb 2014 alle 08:33

Già, peccato che l'album sia dell'anno scorso... Allora mi correggo: miglior copertina del 2013!

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