Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:55 min.
Etichetta:Steamhammer/SPV

Tracklist

  1. THE MEMORY HUNTER
  2. LIVE AND LET GO
  3. WHERE OCEANS COLLIDE
  4. ON THE OTHER SIDE
  5. ALL OUR YESTERDAYS
  6. THE EDGE OF YOUR WORLD
  7. TAUERNGOLD
  8. WHAT DREAMS MAY COME
  9. THE LAST OF HIS KIND
  10. DYNAMIND

Line up

  • Lanvall: Guitars, Piano, Keyboards, Dulcimer, Bouzouki, Mandolin
  • Sabine Edelsbacher: Vocals
  • Dominik Sebastian: Guitars
  • Johannes Jungreithmeier: Drums
  • Stefan Gimpl: Bass

Voto medio utenti

Come diceva il mio compianto nonno Giuseppe, di cui porto orgogliosamente il nome, "e qui casca l'asino"!

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Gli Edenbridge di Sabine e Lanvall sono tornati, a quasi vent'anni dal debutto e a due dall'ultimo The Great Momentum, e ci presentano il solito, solito, solito album fotocopia di se stesso. Già sento gli strali dei difensori della creatura di Linz mirare al petto del povero recensore, ma è mio dovere farvi sapere quanto il qui presente "Dynamind" (premio 2019 'miglior titolo che pare un aspirapolvere') sia non solo la fotocopia degli Edenbridge più recenti, ma, causa forse un contratto sottobanco con la Ricoh, si concede pure il lusso di fotocopiarsi all'interno di se stesso! Ma questo è meraviglioso, siamo al meta-metal!

Torniamo seri (ci provo). "Dynamind" è il solito album degli Edenbridge, e ci troverete dentro esattamente ogni oncia di quel power/symphonic/folk/donnachecanta/piripiri/lentone/ecc che già vi aspettate. Tutto bene, quindi? No. Ci sono dei Ma.

Ma n.1: le canzoni si somigliano davvero tanto l'una con l'altra, nel piattume generale ho fatto davvero fatica a distinguerle; salvo giusto la dolce "Tauerngold", alcuni momenti della suite "The Last of his Kind" e forse "The Edge of your world", il resto nope.
Ma n.2: produzione svogliata, chitarre troppo grattugiate e poco bilanciate nel mix, potrebbe essere pure una scelta consapevole, eh, ma dopo un pò stanca, personalmente;
Ma n.3: Cara Sabine, come passa il tempo. La tua voce non è più quella cristallina di una volta, ma il problema più grosso è che, spesso, ti hanno dato da cantare delle linee vocali non convincenti, che sembrano quasi interrompere la sequenza armonica, risultando a volte fastidiose;
Ma n.4: (e lo vado sostenendo da un millennio) LE IDEE. Ma porca miseria, un'opera d'arte nasce da un'idea. Qui ci sono 10 pezzi e poche, pochissime idee, che ahinoi rendono questo album facilmente dimenticabile.
Ma n.5: ma pure voi con il bonus cd con le versioni strumentali di tutto l'album? Così i bimbiminkia ci cantano sopra? Cui prodest??? Sono troppo vecchio, evidentemente non capisco certe dinamiche...

Niente, cari lettori e lettrici della Gloria, mi sono imposto per giorni di rigirarmi "Dynamind" mille volte, soppesarlo e cercare di essere imparziale, ma stavolta mi sa che la spirale non proprio positiva degli ultimi anni stia solo continuando.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 gen 2020 alle 08:51

Grazie!!!

Inserito il 18 gen 2020 alle 16:41

quindi mi dite che hanno peggiorato il già brutto "The Great Momentum"? passo grazie.

Inserito il 18 gen 2020 alle 10:50

Recensione spettacolare per un disco di merda: un ossimoro alla Sbranf. Grande!

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