Nati nel 2017, i varesini Stoned Monkey hanno recentemente firmato per Argonauta, attraverso la quale producono questo lavoro omonimo di sei brani per una mezz'ora di musica. Musica doom/sludge strumentale, satura e distorta come una colata lavica, densa e magmatica come le paludi infernali, stonata come se l'intera Pianura Padana fosse coltivata a mariuana. Siamo nell'ambito più estremista del doom metal, quello che si intreccia con la pesantezza e l'ossessività dello sludge, nella scia di bands come Bongzilla, Weedeater, Bongripper, Belzebong, ecc. Brani che già dai titoli non lasciano spazio a dubbi di sorta sulla loro tossicità ("Stoned as fuck", "Green house"), talvolta più massicci, cadenzati e rovinosi ("Pain of mind", "U Boot"), in altri casi maggiormente cupi e fangosi ("Slow sickness"), ma sempre improntati alla massima distorsione e ad un impatto stordente ed allucinogeno. Non per niente il trio lombardo consiglia, provocatoriamente, di ascoltare il loro album in stato di alterazione indotta da sostanze psicoattive. In sintesi, sballati e marci come non ci fosse un domani.

Buon lavoro, non straordinario ma efficace nel suo genere. Attendiamo con interesse altre prove della formazione nostrana perchè lo stile strumentale corre sempre il rischio di diventare troppo ripetitivo, specie quando si seguono filoni stilistici molto underground come lo sludge/doom. Vedremo in futuro gli sviluppi.