Conosciuti ai più solo per aver “ceduto”
Kee Marcello agli Europe o, al limite, per aver ricevuto dai Poison un sostanzioso risarcimento per plagio (“
I want action” degli americani “s’ispirava” un po’ troppo alla “
We go rocking” dei nostri svedesi), gli
Easy Action sono stati in realtà degli importanti protagonisti della scena scandinava, prima nel settore
glam/sleaze e in seguito nell’ambito delle sonorità “adulte” proprio con questo “
That makes one”, che risulterà (almeno finora …) il “canto del cigno” della loro breve e intensa parabola discografica.
Abbandonate le velleità “stradaiole” degli esordi, costruita una nuova
line-up attorno alle carismatiche figure di
Marcello e del batterista
Freddie Von Gerber, il gruppo nel 1986 pubblica per la KGR un lavoro dal sound vaporoso, frizzante e pulsante, perfetto per essere pilotato dalla voce profonda e matura di
Tommy Nilsson, abile sostituto del
Tyler-iano Zinny J. Zan (che qualcuno ricorderà tra le fila degli eccellenti Kingpin, poi Shotgun Messiah).
La raccolta si apre con una “
Talk of the town” decisamente “sorprendente” per chi aveva apprezzato il debutto eponimo della
band: invece delle sfrontatezze di marca Hanoi Rocks / Motley Crue, l’astante si trova di fronte le raffinatezze dei Toto, ottimamente metabolizzate dai “nuovi”
Easy Action, che nella successiva “
Teachers do it with class” mescolano atmosfere “danzerecce” e impudenza e in “
Code to your heart” si abbandonano a una malinconica solarità degna di certi Bad English.
“
Only love” e “
In the middle of nowhere” sono ballate di notevole suggestione, “
One in a million” e “
Love reaction” sfoderano
refrain di grande presa emotiva, mentre “
Talk talk talk” per la conquista sensoriale si avvale di una frizzante architettura “tecnologica”.
La vibrante “
Partners in crime” e la scanzonata “
Rosie” completavano il programma originale, ma a beneficio di chi volesse avere un quadro ancora più esauriente della situazione, la competente
AOR Heaven aggiunge a questa pregevole riedizione del
Cd due
bonus tracks (
b-side dei singoli “
In the middle of nowhere“ e “
Talk of the town“) in grado di convalidare ulteriormente le capacità del gruppo nell’arte dell’adescamento “fisico” (“
Eye for an eye”) e sentimentale (“
There is a river”).
“
That makes one” è un disco che non dovrebbe mancare nelle collezioni degli amanti dell’
hard melodico nordeuropeo, da studiare (o ripassare ...) magari in attesa di poter valutare materiale inedito, una circostanza che visti i tempi propizi per queste cose e alcuni recenti “assaggi” di
reunion, potrebbe non tardare troppo ad arrivare.
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