Dopo Nightstalker e Acid Mammoth, mi occupo di un'altra formazione greca: gli
Arrakis, di Salonicco. Dietro il nome, ispirato alla saga di "Dune", c'è un trio strumentale che propone una formula stoner-metal-psych sul genere di Karma to Burn, Monkey 3, Colour Haze. Brani lunghi e articolati, molto attenti al groove ed alle dinamiche strutturali, pieni di giravolte ritmiche e spigolosità heavy, di atmosfere fumose e abilità tecniche. Il sound free-form si dipana intorno alle svisate chitarristiche di
Panagiotis Haris, alternate tra solidità rock/metal ed improvvisazioni wah/fuzz chiaramente ispirate al mondo dello stoner contemporaneo. Il basso di
Iraklis Dimitriadis è sempre profondo e roccioso ed insieme al drumming elastico di
Vangelis Anastasiou garantisce una base ritmica solida, flessibile e trascinante.
Come per tutti gli album strumentali, è difficile condensare le tracce in descrizioni adeguate. Nella sola "Dream
explained" troviamo tanti di quegli spunti stilistici e variazioni sul tema che è impossibile comprendere se non con un attento ascolto in prima persona. "
Animan" ricorda vagamente gli Earthless di Isaiah Mitchell, per la potente energia psicotropa che emana dai suoi riff circolari e dal solismo debordante, "
Misophonia" è un trip in crescendo con forti connotati post-metal/stoner, mentre i dieci minuti di "
Hypothalamus" rappresentano una gigantesca jam psycho-rock massiccia ed ipnotizzante. L'unico brano meno convincente è l'intimista "
Pareidolia", che sembra più un semplice interludio troppo dilungato.
Se amate i lavori interamente strumentali, questi
Arrakis sono sicuramente all'altezza della situazione. Ottimo tiro, buona fantasia, eccellente capacità tecnica. Consigliati.
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