Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:43 min.
Etichetta:Abstract Sounds
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. TO ATTAIN EVERYTHING
  2. FROM HERE I CAN SEE THE SHORE
  3. SHE'S TUGGING ON MY HEARTSTRINGS
  4. GIVEN A SEASON OF SUN
  5. GOODBYE TOMORROW, HELLO DEAD LETTERS
  6. THE DEVIL MADE HIM DO IT
  7. HE SAID, SHE SAIS
  8. CURSED
  9. EVEN IN MY DREAMS
  10. LOVESTAINEDRAZORBLADES

Line up

  • Chris Penuel: guitars
  • Stuart Ogran: guitars
  • Drew Shellnutt: bass
  • George Edmondson: drums, vocals
  • Justin Sansom: vocals

Voto medio utenti

Spulciando a destra e manca per la rete, ho trovato pochissime recensioni riguardanti i Dead Man In Reno. Incredibilmente, tutte i giudizi su questo loro debutto sono filo-negative ed onestamente non riesco a comprenderne il motivo. Come successe già con il nu-metal, genere bistratto a prescindere da moltissimi scribacchini e fans, questo odioso fenomeno di costume si sta ripetendo con il metalcore, un trend che negli ultimi tre anni ha dato un vigoroso scossone alla scena musicale estrema. Quindi reputo tutti i giudizi negativi appioppati a questi poveri ragazzi, come un ingeneroso e spesso gratuito calcio nelle gengive. Mi chiedo se il disco sia stato ascoltato bene e per tutta la sua interezza. Il metalcore di questa band di Tuscaloosa ( Alabama ) non può essere tacciato di scarsa inventiva e pochezza in termini di songwriting. Nel loro letale mix tra death metal svedese ed hardcore selvaggio made in USA, la noia trova ben poco spazio. Ascolto dopo ascolto emergono dal marasma sonoro, tutta una serie di particolari che colpiscono il fortunato ascoltatore, garantendo al platter d'esordio tutta quella longevità necessaria per esser apprezzato anche a distanza di mesi e mesi; questo, fatemelo dire, non è un dettaglio da poco, visto la mole di uscite USA & getta che infestano il mercato contemporaneo. In alcuni momenti, quelli più death oriented, mi hanno ricordato i Bleeding Through dell'ultimo capolavoro, " The Truth ", da me stesso recensito su queste pagine. Il dejà vu salta fuori nelle atmosfere più selvagge, dove la coppia di chitarristi tritura tutto quello che passa dalle loro parti, mentre il rantolo animalesco di Justin Sansom ammonisce i pochi superstiti a tale carneficina. Ho citato il lavoro spezzagambe dei due axemen ( Chris Penuel e Stuart Ogran ) e non a casaccio, dato che una delle peculiarità di questo Dead Man In Reno, risiede proprio nel fantasioso e dirompente lavoro di tessitura ritmica, così come nella fase solista si prodigano nel disegnare ardimentosi arazzi, melodici ed ispirati come ben poche bands del genere riescono a fare. Altro punto a favore del quintetto è lo scarso utilizzo dell'alternanza tra screaming e il cantato pulito, un trademark spesso abusato e che ha ragione di esistere solo se le clean vocals siano realmente belle e convincenti. I Dead Man In Reno prediligono la strada dello screaming al vetriolo, avendo pienamente ragione aggiungerei; nota di merito per le clean vocals del batterista George Edmondson che quindi non si accontenta solamente di comporre una solida sezione ritmica con il dirompente bass player Drew Shellnutt. In sostanza ci si trova tra le mani un grandioso debutto, ricco di spunti interessanti; la qualità della canzoni è alta, potendo quindi soddisfare ampiamente il palato degli amanti del metalcore, ma anche chi solitamente si nutre solo di death metal potrà crogiolarsi libidosamente. Uno dei debutti dell'anno? Yes...
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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