Fondati nel 2011 dai chitarristi
Tomi Julkunen e
Toni Bite, i finlandesi
The Ragged Saints, dopo il reclutamento del cantante
Markku Kuikka, del bassista
Jukka Hoffrén e del batterista
Miikki Kunttu, pubblicano nel 2013 il loro disco di debutto “
The sound of breaking free”, raccogliendo postivi responsi da un po’ tutta la comunità melodica.
Oggi, a distanza di sette anni da quel promettente esordio, si sottopongono nuovamente all’avido e attento vaglio degli
chic-rockers con questo nuovo “
Sonic playground revisited”, un lavoro che sembra intenzionato a consolidare le buone doti dei nostri nel medesimo campo d’azione di “gente” del calibro di Whitesnake, Europe, Reckless Love, Ratt e Skagarack, in quella classica celebrazione di suoni
yankee, copiosamente irrorati di tradizione nord-europea.
Il risultato è ampiamente godibile, il viaggio sonoro lungo sentieri già ampiamente battuti non riserva fastidiosi
déjà-entendu e piace in particolare l’uso delle tastiere, che arricchiscono le trame ed elevano la raffinatezza di strutture armoniche che non dimenticano al contempo di essere grintose e adescanti.
All’interno di un programma complessivamente di pregevole livello, si segnalano le accattivanti “
Never gonna let you down” e “
Take me with you” e poi, soprattutto, la frizzante “
Secret in our hearts”, la pulsante “
Absence of light” (un incrocio tra Whitesnake e Alcatrazz), l’ariosa “
Always forever” e la vigorosa e suadente “
Pretending diamond” (con nuovi rimandi al leggendario
Serpente Bianco), a comporre un quartetto di passaggi musicali in cui si condensano le migliori capacità espressive dei finnici.
Con la menzione di una gradevole “
Turning cold”, appena un pizzico troppo prevedibile nella costruzione melodica, terminano le annotazioni su una collezione di canzoni parecchio invitanti e appaganti, che confermano le
Terre del Nord come una fucina di talenti apparentemente inesauribile.
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