Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:53 min.
Etichetta:Electrohasch
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. IN VAIN
  2. HERMETIC
  3. PAGAN RIDE
  4. TANDOORI BEEFEATER
  5. TRASHKEN
  6. FATBURNER
  7. CUBICLE
  8. DEEP RED RIVER
  9. TERMINUS

Line up

  • Christian “Sonny” S.: bass, vocals
  • Martin “Lucke” S.: guitar
  • Tim “Dr. Strange” H.: drums

Voto medio utenti

Finalmente anche la Germania, terra del metal più conformista, è riuscita ad esprimere un personaggio capace di coagulare intorno a sè le sparute forze dell’heavy alternativo e del neo-rock psichedelico.
Si tratta ovviamente di Stefan Koglek, strepitoso artefice della creatura Colour Haze ma anche brillante produttore, vedi gli Hainloose, ed ora pure scopritore di nuove realtà come il presente trio di Monaco dal bizzarro moniker Hug!
Il tutto sotto i colori della Electrohasch, label della quale Koglek è attivo punto di riferimento e che sta marchiando questa fase centrale dell’annata.
Una piccola scena in fibrillazione, che si batte con entusiasmo per farsi luce attraverso la barriera dei true-spadoni e che andrebbe perlomeno sostenuta, visto che la qualità non manca come dimostra anche questo “Metaustrat”.
Stoner-noise distorto e pesante, pezzi lunghi ed ossessivi, contaminazioni sludge, materiale molto heavy e poco digeribile per chi cerca la canzoncina veloce con il bel ritornello ma interessante per coloro che bazzicano le nicchie di confine dove agiscono bestie cattive come Weedeater, Slowhorse, Cavity, Duster 69, e compagnia.
Il terzetto tedesco ama diluire i brani come fosse in una sessione desertica ma i suoi temi non hanno nulla del rarefatto o del rilassato, anzi dominano gli sviluppi tormentati e nevrotici, le sbavature deraglianti ed urticanti, anche partendo da semplici stoner’n’roll alla Red Aim abbastanza solari come “Hermetic”, alla quale basta un attimo per distorcersi in uno stuporoso hypno-blues dove splende incontrastata la lead dell’ospite Koglek.
Abbondanti gli episodi muscolari ed oscuri, zeppi di groove, dove gli Ugh! pestano sodo e massiccio penalizzati soltanto da una produzione non all’altezza (fissati del suono cristallino, state alla larga…).
“Tandoori beefeater”, il punk-stoner alla Duster 69 “Trashken”, una “Fatburner” dove compare anche un allucinato sax sopra un mare di distorsioni, fanno in pieno il loro dovere di macigni heavy ma l’album decolla definitivamente nella parte finale con un terzetto di colpi al basso ventre.
Si inizia con una sfida ai Beaver per il brano psych-core più trasognato e raggelante dove ricompare il leader dei Colour Haze (“Cubicle”), poi si alza il tiro con uno sgangherato, drogato ed ultra-acido doom-blues dall’atmosfera narco-orrorifica (“Deep river red”), e si chiude con il calvario alienante di “Terminus” tra pulsioni kyussiane e velenoso catrame sludge.
Pachidermico e ripetitivo all’eccesso, grezzo e debordante ma più veloce e tirato di quanto si possa pensare, “Metaustrat” ha comunque dei difetti.
Oltre alla già citata produzione è evidente l’eccessiva lunghezza di alcune tracce, su tutte l’infinito strumentale “Pagan ride”, che alla fine appesantiscono l’ascolto e possono sfiancare chi non è abituale frequentatore di queste stanze soffocanti. Con l’esperienza spero che gli Ugh! imparino a prosciugare qualche jam troppo estesa.
Per chiudere un piccolo aneddoto. Il disco mi è stato dato da un amico di Vinyl come bonus aggiuntivo, senza tante cerimonie e forse con poche speranze nella sua effettiva qualità. Bene, per i miei gusti da antico patriarca del rock l’ho gradito più di roba molto pubblicizzata e popolare tipo El Caco, ed un mezzo punto aggiuntivo per la gradita sorpresa lo metto.
Per quei pochi che si fidano del mio giudizio consiglio di dare una possibilità a questi Ugh!

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