"
Non fidate nella speranza. Ha abbandonato queste terre".
(
JRR Tolkien)
Potrebbe essere questo il manifesto dietro a "
Kenoma", debut dei belgi
Sons Of A Wanted Man edito dalla transalpina
Les Acteurs de l'ombre (label sempre molto attenta a queste proposte).
La loro musica viene descritta come un ibrido "
che incorpora l'atmosfera malinconica del post-metal, l'intensità ritmica del black metal, l'approccio stratificato dello shoegaze e l'etica del punk hardcore"; solitamente questi roboanti proclami sono preludio a lavori deludenti ma capita -di tanto in tanto- che tra i solchi ci sia molto di più.
L'opener, la titletrack, in tal senso è esplicativa: assalti furenti di batteria, tremolo picking incessante, supporto di basso poderoso e urla belluine, una furia che ricorda alcuni dischi dei
Darkthrone che furono; ma il brano è un animale vivo, pulsante, nero e disperato che si divincola e cambia continuamente arrivando a intensi passaggi melodici gonfi di dolore.
"
Kenoma" arriva in profondità per 11 interminabili minuti ispirando sconforto, disperazione ma anche meraviglia e desiderio di abbandonarsi al suo scorrere quasi introspettivo.
E non siamo che all'inizio: via via che le sette tracce dell'album proseguono si viene trasportati in un viaggio fatto di melodie straordinarie e passaggi di violenza ferale, un continuo saliscendi emotivo che ipnotizza ed irretisce.
Ascoltate la splendida "
Canine Devotion": oltre a dei testi profondi gioca tra l'eterea bellezza della voce di
Isa Holliday e le urticanti grida di
Jan Buekers il tutto avvolto dalle atmosfere post-black create dalle due asce di
Didier Boost e
Pieter Jans. O ancora la malvagità che cola da "
Under a Lightless Sky" in cui il vocalist dà fondo a tutta la sua abilità per tinteggiare un mondo senza alcuna speranza.
Ogni brano, ogni passaggio, ogni coro soffuso nascosto (ci sono e sono il perfetto contraltare delle vocals abrasive di
Jan) si intreccia con il precedente e con il successivo sino a creare un caleidoscopio in cui tutto è al suo posto e concorre ad avvincere l'ascoltatore.
E la chiusura di tanta abbondanza non poteva essere che una canzone non convenzionale: "
Pleroma" è interamente strumentale, senza voce nè batteria, e con la sua calma riporta quella pace che è stata negata e combattuta per tutto il resto dell'album.
"
Kenoma", il vuoto e "
Pleroma", la pienezza secondo lo gnosticismo: per passare da uno stato all'altro i
SOAWM ci hanno fatto da guida con la loro arte e le loro anime, affidatevi al flusso della musica che hanno creato e converrete con me sul fatto di trovarsi di fronte ad una delle uscite più interessanti degli ultimi mesi.
Kenoma - "
Canine Devotion"
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