Terzo lavoro per i portoghesi
Earth Drive, dopo "Planet Mantra" (2015) e "Stellar drone" (2017). Il quartetto lusitano è uno dei migliori rappresentanti del movimento neo-psichedelico contemporaneo, acclamato in patria ma anche nell'underground internazionale. Un sound che unisce la vivacità del rock Hawkwind-iano con atmosfere cosmiche, ritualistiche e catartiche, ed una chiara devozione alla spiritualità ed al folklore dell'India più misterica.
Questo "
Helix nebula" conferma ogni caratteristica descritta, con un ulteriore progresso in fatto di maturità ed efficacia. Un pezzo come "
Dharma throne" è uno dei migliori episodi psych-rock sentiti negli ultimi tempi, a livello degli Ecstatic Vision e dei nostri Giobia, perchè riesce a coniugare in modo fluido un massiccio assalto heavy alle parti lunari e spaziali abbellite dalla voce sensuale e carezzevole di
Sara Antunes, una delle migliori sacerdotesse del cosmic-trip-rock dei nostri giorni.
Altri brani notevoli sono la liquida ed ipnotica title-track, molto elaborata ed esplosiva nel drammatico ritornello; la rarefatta, narcotica, sognante, mantrica "
Spectra" con la sua atmosfera che evoca il gelo e la solitudine dello spazio profondo; il viaggio mistico e misterioso della conclusiva "
Space god", altro episodio che riesce ad unire una psichedelia quasi progressiva a turbini heavy rock intensi e coinvolgenti. Per chi ama il genere, tanta roba.
Forse la band eccede un pò con gli intermezzi orientaleggianti, fino al quasi inevitabile cameo di sitar ("
Deep amazon") che ci trasporta in un tempio induista a contatto con Sadhu e fachiri. Ma è qualcosa di perdonabile, se in cambio otteniamo l'eleganza melodica ed il tiro massiccio ed ultra-psych di "
Science of Pranayama".
Atmosfere immersive, sguardo rivolto al cielo, spiritualità sciamanica ed una bella dose di solidità heavy, in questo disco c'è tutto quello che ci attendiamo dalla migliore psichedelia rock. Una band che mostra personalità, voglia di sperimentare, capacità di gestire la materia. In più, una vocalist che usa i toni adatti ad un lavoro che punta a circuire l'ascoltatore, conducendolo in un territorio onirico e trascendente come su una navetta spaziale alla deriva per il cosmo. Disco ottimo.
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