Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:48 min.
Etichetta:Psychedoomelic
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. THE OTHER
  2. CREEPING FORWARD
  3. TREADMILL
  4. THE SUMMER OF THE HORSE
  5. WAY HOME
  6. ORGIES OF SORROW
  7. BLURRED TRUTH
  8. BIRTH MEANS DEFEAT

Line up

  • Sandro Uhlmann: guitar, vocals
  • Thomas Schulz: bass, vocals
  • Thomas Becker: drums

Voto medio utenti

La Psychedoomelic è un'etichetta piccola e nota solo agli intenditori, ma ha il pregio di regalarci solide certezze. Con le sue produzioni non c'è pericolo di sgradite sorprese, fin dal primo istante la label con sede a Vienna ha scelto di occuparsi del filone doom in tutte le sue sfumature e fino ad oggi non ha deviato di un millimetro dalla propria decisione.
Inevitabile quindi che anche i tedeschi orientali Dreaming, al loro secondo full-lenght, rientrino pienamente in tale corrente.
Il trio germanico adotta uno stile classico, influenzato dalla scuola ottantiana di Candlemass, St.Vitus, Obsessed, primi Trouble. Un doom-metal spesso lento e gravato di atmosfere plumbee ma anche in grado di elevare le cadenze e di esprimere una certa intensità dark-melodica.
In effetti l'album può essere diviso in due tipologie di brani. Una prevede ritmiche più dinamiche e sostenute, con un lavoro di chitarra ricco ed incisivo che ricorda l'impostazione di "Wino" Weinrich. In alcuni episodi come la rocciosa "The other" o l'estesa "The summer of the horse" emergono le linee heavy rock ed il feeling ombroso e spirituale che abbiamo notato in formazioni come Spirit Caravan e The Hidden Hand.
L'altra direzione porta invece ai temi sfibranti del funeral-doom, con riffs grevi e vibrazioni tetre e dolorose, ed in questo senso brillano la lentissima e venefica "Creeping forward" ed i notevoli dodici minuti della abissale "Birth means defeat", dove si nota qualche parallelo con i primissimi Cathedral.
Se sotto il profilo strumentale la prova dei Dreaming è valida, la personalità del trio sembra però ancora embrionale e desta molta perplessità l'aspetto vocale. Il gruppo cerca di inserire un po' di fantasia alternando due voci, o addirittura usandole insieme in una sorta di duetto dal gusto quasi progressivo, vedi la potente e metallica "Way home", ma nonostante la buona volontà nessuna soluzione pare davvero convincente. La sensazione è che l'arrivo di un cantante dotato farebbe decollare le quotazioni della band.
Nell'insieme si tratta di un'album in chiaroscuro, dove coesistono buoni momenti doom, anche se di maniera, ed alcune cose che funzionano meno bene. Il livello di qualità raggiunto dai Dreaming è ancora lontano dal farli ritenere una formazione indispensabile, per ora rimangono materiale da completisti.

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