Gli ungheresi
Leiru definiscono la propria musica black metal, ma, sinceramente, quello che ho ascoltato in
"Idő", esordio di lunga durata per il duo di Zalaegerszeg formatosi nel 2004, tutto può definirsi, tranne che black.
Forse nei loro primi demo la musica era diversa, ma adesso la proposta ha un approccio decisamente più "classico" nel senso che i
Leiru guardano in direzione degli anni '80, soprattutto ai Mercyful fate, ed in direzione anni '90 dai quali mutuano l'approccio melodico ed il rifferama intricato ed assolutamente di ottima qualità.
I brani dell'album, sei per poco più di mezz'ora di musica, sono, infatti arrangiati benissimo, in costante divenire, ricchi di cambi di tempo, come dicevo poc'anzi classici per via di certi riferimenti agli Iron Maiden, dal sapore vagamente epico e, certamente, fortemente caratterizzati dalla provenienza territoriale del gruppo che ne garantisce una notevole personalità.
Basta, ad esempio, ascoltare le scelte vocali, siamo al cospetto di una sorta di voce cantilenante lontanissima da qualunque forma estrema, per capire che i
Leiru hanno una smaccata identità che unita a notevoli capacità tecniche e ad un controllo pressoché perfetto in fase di composizione, ci consegnano un album molto piacevole, ricco di melodie ispirate, mai uguale a se stesso ma capace di vagare attraverso vari genere di metal rimanendo sempre convincente e molto lontano da qualunque mercificazione commerciale.
"Idő", in buona sostanza, riesce nel non semplice compito di unire un evidente fascino old style (evidente anche in fase di registrazione), che qui e la ci riporta all'epic ottantiano, con derive più moderne sia rock sia più dure in un fluire di note che altro non sono se non Metal con la M maiuscola.
Per quanto mi riguarda, davvero un'ottima scoperta.
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