Un viaggio.
Mi rendo conto della banalità dell’assunto; sta di fatto, cionondimeno, che in cupi giorni di isolamento come quelli che stiamo vivendo, la possibilità di lasciar spaziare la mente sia inestimabile.
Sarà banale la premessa, ma lo è molto meno possedere la colonna sonora adatta a portare in scena un simile teatro della fantasia.
Ebbene: sappiate che gli
Sweven, col loro
debut, sapranno condurvi lungo un itinerario musicale sorprendente e colmo d’incessante meraviglia.
Parliamo, a voler essere pignoli, di un “mezzo” esordio, posto che ci troviamo di fronte alla creatura musicale nata dalle ceneri dei compianti
Morbus Chron.
E se l’indizio del
monicker non fosse bastato ad indirizzarvi, ci penserà la strabiliante miscela di
death,
progressive,
doom,
post rock e
avantgarde presente in “
The Eternal Resonance” a sciogliere ogni dubbio: il mastermind
Robert Andersson ha ricominciato da dove si era interrotto.
Di nuovo, quindi, ci troviamo di fronte a brani di ampio respiro, che vagano senza meta apparente senza tuttavia smarrire mai il bandolo della matassa, che sfoggiano partiture geniali ed arrangiamenti deliziosi pur rifuggendo lo spettro dell’autocompiacimento, che alternano con sovrannaturale naturalezza
riff e stacchi di
metal estremo con parentesi rilassate dal respiro quasi
jazz.
Ogni canzone è una sorta di microcosmo da esplorare con calma e curiosità, ma sorbire l’intero
platter tutto d’un sorso vi permetterà di apprezzarne la notevole coesione e di fluttuare nella psichedelia umbratile, quasi timida, che lo attraversa.
La produzione, ancora una volta, sprigiona una naturalezza e una sincerità rare oggidì; il
growling di
Andersson, dal canto suo, si è fatto ancor più viscerale ed espressivo, in questa occasione azzarderei addirittura “emotivo”. Una impostazione canora -insospettabilmente- perfetta per decorare il tessuto strumentale malinconico ed introspettivo di perle come “
The Sole Importance” o “
Mycelia”.
Non mi resta altro da scrivere, di corbellerie ne ho già impilate a sufficienza.
Giusto un consiglio: acquistate “
The Eternal Resonance”, ascoltatelo in cuffia, con gli occhi chiusi, e fate fluire liberamente pensieri ed immaginazione…
Buon viaggio.
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