Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:Small Stone
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. THE MYSTERY SPOT
  2. TEN-CENT DYNAMITE
  3. CALL ME DOWN
  4. OF DITCH DIGGERS AND DROWNING MEN
  5. GIN CLEAR
  6. ROLLING THUNDER
  7. FEED THAT TRAIN
  8. KEEP YOUR PRIZE
  9. THREE HEARTS
  10. THE BALLAD OF SISTER RUTH
  11. I CAN'T SHAKE IT
  12. DRAG YOU THERE

Line up

  • Eric Oblander: vocals, harp
  • Brad Coffin: guitar, vocals
  • Steve Smith: bass

Voto medio utenti

Ennesimo capitolo discografico di questa band statunitense che nella sua lunga carriera non ha mai fatto versare fiumi d'inchiostro alla stampa modaiola. Il rock polveroso dei Five Horse Johnson da un lato è troppo sporco e ruvido, ma dall'altro non è abbastanza urlato e violento per il grande pubblico odierno. E poi si porta dietro quell'alone di antichità che fa inorridire i media modernisti.
Fortunatamente sono le stesse caratteristiche servite al gruppo per crearsi un buon seguito di veri intenditori, gente che bada solo alla sostanza pescata in aree rock confinanti tra loro quali southern, hard, bluesy, stoner e quant'altro. Il piccolo segreto dei Five Horse Johnson è uno stile che mette in comunicazione tutti questi filoni, puntando su elementi comuni e riconoscibili ed aggiungendo poi una decisa pennellata di personalità propria.
Nel loro nuovo lavoro non c'è più il batterista Mike Alonso, rimpiazzato in studio dal noto Jean Paul Gaster, carismatico pilastro dei Clutch. Niente male come sostituto provvisorio, basti sentire il suo duttile martellamento nella rocciosa "Ten-cent dynamite", una delle migliori canzoni dell'album, ed è facile intuire che il gruppo non ci ha rimesso nel cambio. Insieme a Gaster c'è la presenza di altri personaggi di rilievo come Ian Ross e Graig Rigg, coppia di ex-Roadsaw ora insieme negli Antler, altra band targata Small Stone fresca di debutto del quale leggerete presto il mio commento.
Gli amici hanno svolto perfettamente il loro compito, ma naturalmente senza modificare nulla dell'impostazione del trio.
"The mistery spot" è un'altra tappa del percorso rettilineo tracciato e seguito dalla formazione fin dal primo istante, perciò chi li conosce non ha bisogno di sapere altro.
Per coloro che invece non hanno mai ascoltato la band americana, l'unico requisito richiesto è di cancellare eventuali pregiudizi sull'uso dell'armonica nel rock. Il piccolo strumento della cultura popolare, così comune in passato ma liquidato dalla modernizzazione del genere, nelle mani di Eric Oblander si trasforma in una sorta di seconda lead-guitar, ed è ovvio che la sua onnipresenza richiami la magica atmosfera delle radici musicali americane tanto blues quanto country.
Un pezzo come "Feed that train" sotto la scorza di ritmiche dure ed incalzanti nasconde lo spirito rurale del bluegrass, mentre lo splendido ed intenso slow "Drag you there" dovrebbe essere usato nelle scuole per mostrare ai ragazzini quanto era magnifico il rockblues "bianco" di quattro decadi fa.
C'è tutto il classico repertorio della formazione, canzoni schiette, immediate e di enorme energia. Troviamo i mid-tempo ruvidi e massicci, il groove torrido ed i cori liquorosi di "The mystery spot", "Gin clear" e "I can't skake it", hard rock grintosi ma anche facili da memorizzare, esaltati dai fiammeggianti assoli di Coffin, il quale ha ridotto le lunghe fughe del passato ma non ha perso la sua sferzante brillantezza.
Ma c'è anche l'inconfondibile tocco rude e malinconico dei sudisti che segna la splendida "Of ditch diggers and drowning man", uno dei migliori episodi southern sentiti negli ultimi tempi, ripetendosi poi in "Rolling thunder" ma inserito in una melodia a metà tra bluesy e western.
Un disco rock di grande purezza ed umiltà, sicuramente tra i più belli dell'intera discografia del gruppo. Non innovativo, ma questo è ovvio perchè si tratta di gente che ama e rispetta la tradizione, però uno di quei lavori che ascoltati col giusto trasporto ti lascia esausto, sudato, carico e rigenerato.
Alla fine abbiamo parlato soltanto di una piccola band dal grande cuore, sconosciuta ed ignorata dalla maggioranza della gente, ma che spero venga scelta come modello da qualche giovane per fare in modo che la catena dell'heavy rock alla vecchia maniera non si spezzi mai.

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