Copertina 5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:56 min.
Etichetta:Moribund Records

Tracklist

  1. WITHERING
  2. SEPULCHRAL OAK DOOR
  3. COVETOUS
  4. SUMMONING TRANSFERENCE
  5. THE WEAKENING
  6. A STARTLING HOUSECALL
  7. EXUBERANCE CONTORTS AN EVIL
  8. FLAYED
  9. PERFUMES
  10. FORSAKEN O'CLOCK
  11. DEATH AND HONOR (OWM COVER)

Line up

  • Parageist: guitars
  • Destroyer: guitars, keyboards, noise , bass, noise , drums
  • Lörd Matzigkeitus: vocals
  • Malphas: drums
  • Orpheus: orchestrations

Voto medio utenti

Il quinto lavoro dei canadesi "The Projectionist" ci viene presentato dalla Moribund, etichetta che lo produce, come la prima Black Metal Opera di sempre: non so se questa cosa sia vera, ma in effetti "The Stench Of Amalthia" ci racconta una storia, quella di Amalthia Grahame, una vecchia star di film noire, isolata nella sua sontuosa dimora.
Il suo medico, il dottor Bendix (non credo che il cognome sia casuale!), manderà una giovane infermiera di nome Evelyn a prendersi cura di Amalthia nei suoi ultimi giorni di vita, ma chiunque venga lasciato solo con la vecchia attrice appassita, è costretto ad assistere ad eventi raccapriccianti e macabri che le forze sataniche scatenano contro chiunque... anche contro la povera infermiera.
Ogni personaggio, come ogni opera che si rispetti, viene interpretato da una voce diversa e tutto il concept, credo si sia capito, molto deve ad un certo King Diamond.
Passando al lato prettamente musicale, l'album non mi ha, purtroppo, lasciato molto.
Forse le mie aspettative erano troppo alte, ma durante l'ascolto degli undici brani lungo i quali si dipana l'interessante storia, mi è sembrato di assistere ad una sorta di "guazzabuglio" di Heavy Metal, Black Metal e Death Metal, dall'atmosfera certamente sinistra e teatrale, ma dalla resa decisamente mediocre poiché, quasi mai, i The Projectionist riescono ad incidere.
La loro musica, infatti, appare confusa e poco articolata soprattutto se consideriamo che una metal opera avrebbe bisogno di ben altre basi compositive e dovrebbe reggersi su idee decisamente più originali e più inquietanti, nel caso specifico, rispetto a quelle che invece sono alla base dell'album.
Immagino che il gruppo si sia molto impegnato nel creare un album del genere ed immagino che il suo obiettivo fosse quello di dare vita ad una esperienza orrorifica raggelante, obiettivo di per se ammirevole, ma una cosa è essere King Diamond, un'altra è cercare di riportarne la genialità in contesti sonori lontani da quelli battuti dal Re, risultando, nel contempo, credibili e convincenti.
I The Projectionist, invece, convincenti, tranne rari spunti soprattutto nei momenti più veloci, non lo sono quasi mai ed a poco serve l'interpretazione vocale dannata del leader Lörd Matzigkeitus, così come a poco serve l'uso di sample dal sapore horror e contorto che si scorgono, spesso, tra gli strumenti elettrici.
La verità è che a me dispiace per i Nostri, ma la bocciatura è d'obbligo.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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