L’insostenibile leggerezza dell’essere … l’ascolto di “
Dead stories of forsaken lovers” in qualche modo mi ha fatto venire in mente il celebre romanzo di
Milan Kundera e i suoi travagli esistenziali, dove nemmeno lo stordimento dei sensi riesce ad allontanare il senso di vuoto in cui si spesso precipita l’essere umano.
Più prosaicamente, potremo dire che il nuovo lavoro dei
Vlad In Tears mescola levità e pesantezza, amore, morte e senso della vita, il tutto sfruttando un immaginario di chiara derivazione
gothic (HIM, The 69 Eyes, Entwine, …), ma senza rinunciare a spingersi talvolta in terreni tipicamente
alternative.
Il tutto ruota fondamentalmente attorno alla voce cupa e intensa di
Kris, che diventa autentica protagonista nelle sette
bonus-track acustiche (tra cui una sentita versione di “
Man in the box” degli Alice In Chains, mentre gli altri brani provengono dai lavori precedenti del gruppo) che fungono da
addendum a un albo piuttosto riuscito e coinvolgente, apprezzabile in particolare per la capacità di trattare sonorità molto canoniche e codificate con buongusto e tensione espressiva.
Così, ecco che “
We die together” soddisferà tutti gli “orfani” di
Ville Valo, "
Tonite” rende il clima ancora più vizioso e pulsante e “
Born again” (realizzato con
Alexander “Lex” Wohnhaas dei Megaherz in veste di gradito ospite) aggiunge un pizzico di ulteriore
appeal “radiofonico” al conturbante crogiolo sonico.
Le emozioni fosche e rarefatte di “
Every day it’s gonna rain” piacciono senza esaltare, e se “
Dead” punta molte delle sue carte su un ritornello assai adescante, le inquietudini cinematografiche di “
Sleep love sleep” scontano qualche barlume di formalismo, in contrasto con le atmosfere più energiche e “moderniste” di “
Felt no pain”.
In “
Heavy rain” e “
Broken dreams” l’influsso degli HIM ritorna a emergere in maniera maggiormente evidente e nonostante la cosa non infastidisca oltremodo, sicuramente meglio di loro fa “
Tears won’t fall”, un vibrante
goth-hard-rock di notevole presa emotiva.
“
Dead stories of forsaken lovers” è un lavoro intrigante che, anche nelle sue imperfezioni, dimostra di possedere “un’anima” … direi che non è poco, di questi tempi e nel congestionato ambito stilistico a cui si rivolge.
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