I
Macbeth sono uno di quei gruppi che è sopravvissuto a mille difficoltà.
Nati nell’ex-Germania Est, dove essere metallari era motivo di ostracismo rispetto all' Occidente, hanno perso il loro primo cantante, morto suicida nel 1989, e hanno perso altri compagni nel corso della loro storia.
Ciononostante sono ancora qui e pubblicano il loro quinto album e solo per questo meriterebbero il ns rispetto.
Ma per fortuna c'è anche la loro musica che è un concentrato oscuro di Heavy metal e Thrash con accelerazioni Speed Metal.
Ciò che colpisce è il senso di incombente minaccia, di disperazione che aleggia grazie anche ai testi - in tedesco - che trattano temi quali le guerre, l'animo e la miseria umana, resi con pathos dalla voce abrasiva del singer. Inutile dire che il primo paragone che viene spontaneo è ai Rammstein non fosse altro per la lingua, ma qui siamo su un livello tecnico/esecutivo nettamente superiore.
L'apertura è al fulmicotone con "
Friedenstaube" di matrice slayeriana, si capisce subito che gli intrecci chitarristici e il riffama sono i punti di forza del lavoro, senza nulla togliere alla terremotante sezione ritmica, che alternano sferzate metal velocissime ( "
Neue Welt", la thrashy "
Brandstifter") a pezzi più cadenzati ma ugualmente potenti quali "
Krieger", "
Wolfskinder" o "
Daskalogiannis" dall'impatto devastante grazie ad un groove pazzesco e al muro di suono impressionante.
Addirittura aleggia uno spirito Black Metal in pezzi quali "
Hesenhammer" mentre la titletrack e la conclusiva "
Demmin" sono proiettili Thrash di grande fattura.
Rabbia, ferocia, grande tecnica esecutiva e songwriting devastante, uniti ad una produzione perfetta, questo e molto altro è "
Gedankenwächter".
Fatevelo vostro se non avete paura!
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