Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:46 min.
Etichetta:Elektrohasch
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. ROACH
  2. OSTRICH SKULLERY
  3. BOGY
  4. HE
  5. RAG DOLL
  6. HOGFATHER
  7. COMET
  8. IT'S OK TO ORDER CHROME
  9. GINKGO
  10. SHE

Line up

  • Sony: bass, vocals
  • Martin: guitars
  • Tim: drums

Voto medio utenti

A tre anni dal loro debutto "Metaustrat!" si rifanno vivi gli Ugh!, formazione legata alla piccola cerchia che gravita intorno a Stefan Kogler ed alla sua Elektrohasch.
Avevamo lasciato il trio tedesco alle prese con uno stoner/psych pesante e distorto, basato su lunghi brani prevalentemente strumentali e pieni di ritmiche ossessive, dilatazioni acide e sludge, oscurità tormentata e stordenti fughe solistiche. Un sound per molti aspetti interessante, ma penalizzato da una prolissità talvolta eccessiva.
Infatti la pausa di riflessione che ha preceduto questo "Meat faires" è servita agli Ugh! per apportare le necessarie modifiche alla loro proposta. Ora la musica presenta una scorrevolezza ben diversa, è stata snellita e sfrondata senza però eliminare le sue componenti più heavy. Le canzoni si sviluppano in modo conciso e meno dispersivo, la libertà jammistica ha lasciato il posto a linee chiare e ben definite, frutto di idee maggiormente fantasiose, ed il risultato è un netto passo avanti in fatto di freschezza e personalità.
Nel disco ritroviamo come in passato richiami allo stoner massiccio, ma l'interpretazione qui è maggiormente flessibile e non più stabilmente fissata in schemi debordanti e monolitici.
Parte dei brani esibisce il tipico impatto granuloso ed incalzante ma nel rispetto della forma-canzone, vedi l'iniziale "Roach" dove oltretutto il gruppo dimostra di saper operare con successo anche con un paio di minuti a disposizione, oppure la svelta ed acida "Bogy", ed ancora "Hogfather" il cui incedere a strappi è sostenuto da strane vibrazioni latine. In questa fase il trio unisce alla propria aggressività muscolare un leggero soffio di stravaganza, particolarità che genera qualche analogia con i connazionali Red Aim, altri personaggi che amano porsi fuori dalle righe.
Un'altra direzione esplorata nell'album serve a bilanciare i momenti di grintosa vivacità con episodi dal passo lento e sinuoso, dalla forte vena psichedelica ed immersi in atmosfere tese e quasi seriose. Citiamo "Ostrich skullery" con le sue pause sognanti, la pulsante morbidezza della bella "Comet" e le strane contorsioni lisergiche di "It's ok to order chrome", piena conferma ma con accresciuta sensibilità delle tendenze psycho-stoner che erano già in precedenza punto di forza della band.
Ed infine gli Ugh! non si dimenticano di inserire alcune trame imprevedibili ed inconsuete, per consolidare la fama di bizzarri sperimentatori che si era notata in forma embrionale nel disco d'esordio. In questo seguito l'attitudine diventa più ambiziosa e cerca di ampliarsi e guadagnare importanza. Se le gelide e taglienti sonorità di "Rag doll" non brillano per originalità essendo molto simili alle cose dei Beaver, coglie invece il segno l'impennata psicotica in "Ginkgo" realizzata con elementi noise e perfino il contributo di un sax stralunato.
In sostanza non vi sono dubbi sul progresso della formazione tedesca, capace adesso di esprimere uno stile concreto e maturo che si è lasciato alle spalle l'istintività un po'sregolata degli esordi, ed anche un songwriting superiore sia per qualità che per assortimento. All'album manca ancora quel pizzico di spessore delle opere imperdibili, ma per l'appassionato del settore offre buoni motivi d'interesse. Gli Ugh! sono un gruppo che è utile conoscere, perchè se oggi appartiene alla schiera dei nomi minori in futuro potrebbe stupirci con lavori davvero notevoli.

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