Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:48 min.
Etichetta:Invictus Productions

Tracklist

  1. V BREZOVýCH HáJECH POBLíŽ BABINEJ ZJAVOVAL SA NáM PODSVETNý VELMOŽ
  2. ZE SEMENA VISELCUOV ČAROVNý KOREN POVSTáVA
  3. NA ČERNéM KUONI SME LíTALI FIRMAMENTEM
  4. FILIPOJAKUBSKá NOC NA ŠTANGARíGELSKýCH SKALáCH
  5. KRUPINSKé OHNE POŠTYRIKRáTE TEHO ROKU VZPLANULI

Line up

  • As: guitars
  • HV: vocals
  • Peter: bass
  • Miroslav: drums
  • Aldaron: guitars

Voto medio utenti

Io gli slovacchi Malokarpatan li ho conosciuti col precedente ep, ed ora recensisco con molto piacere questo nuovo full di soli cinque pezzi ma di tanta sostanza.
Perché questo nuovo "Krupinské Ohne" non è solo black metal, anzi, per me questo nuovo lavoro lo definirei e non a torto come extreme epic metal.
La definizione è calzante perché questi cinque pezzi sono selvaggi, intrisi di una forza epica e un legame con il metal più intransigente, però forgiati dalla scuola estrema ed orgogliosi della propria storia e terra.
L’opener “V brezových hájech poblíž babinej zjavoval sa nám podsvetný velmož”, inizia con un’apertura orchestrale e coro che aprono la composizione con un riff che più epico non si può e un sapore bathoriano sullo sfondo.
Mid tempo iniziale seguito da cori che subito deviano in una sfuriata estrema con riff serrati e basso pulsante; lo screaming è profondo e selvaggio con cambi di tempo che recano le stimmate del miglior heavy metal.
Le tastiere e le chitarre pulite che fanno capolino donano atmosfera antica e arcana, ma ecco l’accelerazione speed metal che più metal non si può con solos megagalattico e scusate se è poco.
Ze semena viselcuov čarovný koren povstáva”, viene aperta da archi che portano a un godurioso riff serrato che porta ad un epic/speed metal estremo.
All’interno del brano si sente un profumino thrash metal nei tempi medi; le aperture atmosferiche sono ad alto tasso emotivo ed è indiscutibile il pathos fiero e i riferimenti alla scuola heavy dura e pura.
Filipojakubská noc na Štangarígelských skalách”, entra alzando il tasso di pathos con i synth messi a bella mostra ad inizio composizione per poi diventare una gagliarda cavalcata.
Lo screaming basso, cavernoso ma denso di emozione ci porta in un posto antico, guerriero e intriso di spirito ancestrale ma pronto ad attacchi selvaggi come l’accelerazione serrata e con qualche ammiccamento ai Judas Priest più aggressivi.
Il metal classico qua diviene architrave per essere modellato in maniera estrema e le aperture atmosferiche fanno venire la pelle d’oca.
Krupinské ohne poštyrikráte teho roku vzplanuli”, che potrei definire quasi una suite data la sua durata di poco più di dieci minuti, è un brano che molti si sognerebbero di comporre.
Partenza acustica, arpeggiata con campionamenti vocali e tempi percussivi di batteria che dirigono verso riffing serrati e vocione cavernoso pieno d’ira.
L’emozionalità epica non smette un secondo di far battere il cuore; sono sicuro che non sarò il solo ad apprezzare certi riferimenti ottantiani che la band punteggia nel corso della composizione.
Basta notare il chorus pulito e speed oriented che ti costringe ad alzare il pugno orgoglioso al cielo; intermezzo intriso di pathos con le tastiere che fanno da tappeto ad un riff bruciante metallo fuso, per poi dirigere il tutto verso una selvaggia cavalcata heavy metal con una stupenda conclusione acustica che ripete il riff iniziale elettrificato.
Album eccelso, dove la band originaria dei Carpazi ci regala emozioni forti, eroiche ed emotive dove il metal più puro e senza compromessi diviene la colonna vertebrale di un grande album estremo.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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