Ragazzi siete affamati di sonorità dure, sporche, ignoranti e con tanto luridume?
Io si, e credo di non esserne il solo; perché troppe volte ho sentito in radio, in televisione sedicenti nuovi salvatori della musica dura.
Salvo essere tutti cloni con lo stesso taglio, lo stesso tatuaggetto finto ribelle, i vestitini finto trasandati ma di lusso radical chic, comprati con la carta di credito di papino e mammina e tanta finta musica corretta al computer.
Ora finalmente arrivano questi sporchi, marci e sozzi figli nati da un parto pericoloso tra i
Motorhead, i
Venom e il thrash metal, il tutto con tonnellate di watt politicamente scorrettissimi; sarebbero potuti piacere ai grandi maestri dell’hardcore ed horror
Lucio Fulci e
Joe D’Amato.
Partiamo dall’intro e dal suo titolo “
Naked With The Strangler”, un brano elettronico strumentale quasi carpenteriano.
Poi si parte con “
Stab the head”, brano thrash/black; produzione sporca e minimale, riffing vecchia scuola e uno screaming che urla messo dietro gli strumenti.
Solo lancinante, dove la melodia è solo un pallido ricordo e il sangue scorre copioso.
“
Ricky’s dead” sembra lenta e mortifera, ma piano piano aumenta di grado e velocità.
Up tempo sozzo, sporcizia e puzza di punk lontano un miglio assieme al black metal ottantiano; vocione in growl durante il chorus gorgogliante e solo perfetto dove l’ironia sguaiata del trio duetta con testi horror di buona marca.
E che dire della titletrack figlia delle scorribande lemmiane, basta sentire il tiro e il riff.
Questo brano è rozzo, semplice ma efficace con un chorus selvaggio e che ti entra in testa.
Ditemi voi a quale femmina assatanata è dedicata “
Leather lady love”, un brano che puzza di whisky e sesso lontano un miglio.
Brano che sembra fare il verso ai
Kiss con un riff rock and roll ma imbastardito, sentite la voce pulita perfettamente in tono con la canzone.
“
Divinating death”, è un up tempo thrash/black ma con un piglio devastante che accellera all’improvviso.
La batteria è a tratti inascoltabile, ma questo è il bello, perché la devozione verso un black metal di stampo ottantiano è totale.
“
Splatter master” è uno speed metal corrotto dal metal estremo; partenza a razzo, basso e batteria davanti con chitarre dai riff serrati e urla belluine.
A chiudere il cerchio la conclusiva strumentale che si collega all’intro “
Naked came the strangler”.
Disco non per tutti, soprattutto inadatto a chi ha i padiglioni gentili o educati a sonorità soffici; qui ci sono solo tre cose: sesso, sangue e rock and roll imbastardito col metal più trucido, li adoro!
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