Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:46 min.
Etichetta:AOR Heaven

Tracklist

  1. SO BAD
  2. TO LEAVE IT ALL BEHIND
  3. NEVER SAY NEVER
  4. DON’T RAPE THE NATURE
  5. WALK YOUR WAY
  6. IF WE ARE TO LAST
  7. MY HOMETOWN
  8. SHE’S SO FINE
  9. EAGLE
  10. CARRY MY HEART
  11. NEVER SAY NEVER AGAIN

Line up

  • Philip Lindstrand: vocals, guitars
  • Mats Nilsson: guitars
  • Martin Kirschner: guitars
  • Mikael Skafar: drums, backing vocals
  • Bernt Lundgren: bass
  • Mikael Svensson: keyboards, backing vocals

Voto medio utenti

La storia degli svedesi (di Ödåkra, vicino Helsingborg) Arkado è abbastanza “curiosa” ma di certo non del tutto inedita nei suoi tratti essenziali … formati nel 1983 con la denominazione BB2 (Better Be Together), i nostri realizzano un apprezzato singolo, che diventa addirittura l’inno della squadra di calcio locale, per poi sparire dai radar della scena musicale fino al 2018.
In quell’anno, grazie ad un concerto “commemorativo” di grande successo, il “sogno” di fare musica assieme si riaccende ed ecco che il gruppo, con un nuovo monicker (il nome della sua città natale al contrario …) e una line-up rinnovata, ritorna nel rockrama discografico con un albo dal titolo emblematico, che sono sicuro saprà soddisfare piuttosto bene la reviviscente voglia di “anni ottanta” di tanti musicofili contemporanei.
Never say never” è, infatti, un disco all’insegna di un AOR sfarzoso, “radiofonico”, dai magniloquenti accenti synth-pop, pieno di brani che potrebbero facilmente trovare posto nelle colonne sonore delle serie televisive e dei film di un’epoca in cui azione, avventura, buoni sentimenti e tanto “disimpegno” sembravano le uniche esigenze del pubblico, puntualmente assecondate dell’industria dell’entertainment.
Tanta “nostalgia”, dunque, ma anche in questo ricorrente settore a fare la differenza è l’attitudine e la forza espressiva, peculiarità che ritroverete egregiamente rappresentate in un programma che riesce a essere “familiare” e “ricreativo” senza scadere nel più bieco manierismo.
Coordinata dall’eccellente cantante e chitarrista Philip Lindstrand (Find Me, East Temple Avenue, Jim Jidhed, Nitrate, …), la band ostenta la tipica perizia tecnica scandinava irrorando di buongusto le sue composizioni, in una raccolta dove la radiosa openerSo bad”, la struggente title-track dell’opera (presente anche in una suggestiva versione sinfonica conclusiva) e la vigorosa (e leggermente Survivor-iana) “Don’t rape the nature” si segnalano immediatamente per le loro capacità adescanti, mentre con “To leave it all behind”, “Walk your way”, “If we are to last” e “Eagle” si cerca, e con discreti risultati, di accalappiare gli estimatori del cosiddetto Hi-tech AOR.
Altre gradevoli sensazioni le riservano la notturna “My hometown”, l’altra ballata “She’s so fine” e una “Carry my heart” che aggiunge un pizzico di enfasi barocca all’impasto sonico.
I sogni non hanno scadenza e sostenere quelli degli Arkado è una scelta che mi sento di consigliare, soprattutto in questi tempi in cui un po’ di sana e ahimè antica “leggerezza” è senz’altro ben accetta.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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