I doomsters australiani
The Wizar'd pubblicano il loro quarto album a ben sette anni dal precedente "Ancient tome of arcane knowledge". La band di Hobart, Tasmania, è profondamente influenzata dal dark-occult-doom rock di formazioni storiche come Witchfinder General, Pentagram e Pagan Altar, adottando la medesima formula di strutture hard rock immerse in una costante atmosfera oscura, sinistra, orrorifica. Lo stesso modo di cantare epicheggiante e stregonesco del vocalist e fondatore
Ol' Rusty ricorda molto da vicino l'impostazione di un Bobby Liebling. I richiami al passato seventies underground (Coven, Sudden Death, Iron Claw, ecc.) emergono in ogni canzone del disco, garantendo quella patina vintage quasi inevitabile in questo filone del doom.
Però la sensazione di un'opera derivativa rimane piuttosto forte. I brani sono anche ben costruiti, perchè il quartetto possiede esperienza (è attivo da una quindicina di anni) ed anche attitudine al genere. "
Long live the dead" potrebbe essere una canzone dei Pagan Altar senza le influenze celtic-folk-progressive, "
Master of the night" è un buon doom rock con un riff indovinato ed una tensione tenebrosa da brividi, "
Dark forces" è una lunga traccia hard rock tinteggiata di dark con ottimi passaggi drammatico-melodici ed un tracciato in crescendo. Spiccano i limpidi assoli del chitarrista
Master Of The Night, mentre il timbro particolare della voce non sempre appare convincente.
Diciamo che si tratta di una prova dignitosa, ma che non mi emoziona più di tanto. Buon feeling seventies, una sufficiente solidità strumentale ed evocativa, qualche brano efficace, ma per impressionare gli appassionati di lungo corso occorre qualcosa in più.
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