Copertina 8

Info

Anno di uscita:2020
Durata:46 min.
Etichetta:Punishment 18 Records

Tracklist

  1. THE HOUSE ON THE LAKE
  2. THULSA DOOM AND THE CULT OF THE SNAKE
  3. INVERNO
  4. FROM BEYOND
  5. NAMELESS ONE
  6. RETURN TO AGARTHI
  7. CONDEMNED TO LIVE
  8. SOULCRUSH

Line up

  • Antonio Pecere: vocals
  • Dario Beretta: guitar
  • Marco Rusconi: guitar
  • Emanuele Laghi: keyboards
  • Alessandro Reggiani Romagnoli: bass
  • Luca Lucchini: drums

Voto medio utenti

Non credo di affermare qualcosa di “sconvolgente” se dico che è davvero difficile inventare qualcosa di “nuovo” in ambito doom-metal. Una peculiarità che in realtà non è nemmeno richiesta, visto che il genere si regge essenzialmente su una spiccata forma di “conservatorismo” stilistico, il che spiega anche il perché, contrariamente ai pronostici di molti “infedeli”, tale formula artistica sta sopravvivendo da tempo immemore in maniera piuttosto prospera nei gusti del pubblico di riferimento.
E allora la differenza la fa, ancora una volta, il “modo” in cui ci si esprime all’interno di confini abbastanza delimitati, una faccenda che chiama in causa termini come “intensità”, “profondità” e “ispirazione”, tutta “roba” che nella proposta musicale dei Crimson Dawn troverete rappresentata in dosi inusitate, in un calderone sonico scuro, melodico, afflittivo ed enfatico.
Citare Black Sabbath, Candlemass, Solstice, Sorcerer e Pallbearer tra le plausibili ascendenze dei lombardi può essere senz'altro utile a indirizzare chi eventualmente ancora non li conoscesse (la band è attiva dal 2005 e, nel caso, sarebbe ora di colmare la lacuna …), ma rischia allo stesso tempo di confondere i nostri nel marasma di formazioni più o meno underground con cui condividono i riferimenti.
La verità è che “Inverno”, apice (per ora, almeno …) di una carriera in costante progressione, ha le caratteristiche per ritagliarsi uno spazio “tutto suo” all’interno di una “scena” frequentata e competitiva.
Gli scenari evocativi di cui è intriso il programma, in cui si mescolano chitarre sulfuree, ritmiche dense e melodie trionfali, sprigionano sensazioni antiche e pregnanti rivelando notevole cultura e una sensibilità compositiva capaci da attingere, in misura “centellinata”, anche dal dark e dal prog.
I dieci minuti abbondanti dell’ouvertureThe house on the lake” avvolgono immediatamente l’astante in un bozzolo di araldico melodramma ossianico e se qui le tastiere di Emanuele Laghi “gonfiano” il suono o fungono a tratti da ipnotico carillon, nella successiva “Thulsa doom and the cult of the snake” contribuiscono a colorare di sinistro hard-rock settantiano un pezzo davvero coinvolgente.
La title-track dell’opera, prima prova della band completamente in italiano, consente di sottolineare la performance di Antonio Pecere, vocalist duttile e comunicativo, mai “forzatamente” teatrale, nello specifico perfettamente integrato con “l’ospite” Emanuele Rastelli (Crown Of Autumn, Magnifiqat, … ma anche co-fondatore dei nostri) in una gestione priva d’imbarazzi delle sfumature dark che alimentano il brano.
L’incedere pulsante e dinamico di “From beyond” fornisce maggiore “respiro” al clima sonico, il quale si ammanta di autentica grandeur gotica in “Nameless one”, da cui affiorano al contempo barlumi di perfido spleen emozionale.
L’enorme eredità Sabbath-iana (Dio-era) assume contorni ancora più nitidi nelle visioni inenarrabili di “Return to Agarthi”, mentre “Condemned to live” sfrutta la presenza del growl di Clode (Tethra) per caricare questa angosciata orazione di supplementari effetti sensoriali.
Le visioni stranianti e solenni di “Soulcrush” concludono in “gloria” un album che conferma con pieno merito i Crimson Dawn ai vertici contemporanei del settore, forti di una maturità e di una consapevolezza che consente loro di non soffrire per nulla delle possibili vertigini insite in una posizione tanto prominente e ambita.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 apr 2020 alle 09:42

Se escludiamo i Cirith Ungol, il disco più emozionante e oggettivamente bello del 2020 fino ad ora.

Inserito il 20 apr 2020 alle 09:04

Punto 1) una recensione impeccabile e magistrale Punto 2) una band italiana in ascesa costante è sempre una bellissima notizia

Inserito il 20 apr 2020 alle 08:54

Disco profondo, emozionante e teatrale dove emergono le qualità di una band che ha trovato il proprio sound e non ha paura di spingersi oltre. Gran bel lavoro \m/

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