Iniziamo?
Ok, sigla:
A qualcuno -soprattutto ai più giovani tra i nostri lettori- questo spot datato 1985 avrà strappato al massimo un sorriso, ad altri (penso ai miei coetanei) un sogghigno nostalgico ma posso assicurarvi che ancora prima di iniziare l'ascolto del nuovo lavoro dei tedeschi
Asenblut una mezza idea di usarlo come incipit per la recensione mi era balenata nel cranio.
Ora, dopo svariati ascolti di "
Die Wilde Jagd" (La caccia selvaggia), posso farlo a ragion veduta.
Il perchè è presto detto: anche in questo disco, il quarto di una carriera lunga ormai tre lustri ed il terzo sotto le insegne della
AFM Records, il singer
Tetzel von Asenblut (
Tim Schmidt per l'anagrafe) ed i suoi guerrieri della bassa Sassonia non cambiano di una virgola i suoni, le tematiche e l'approccio che li hanno caratterizzati sin dal debut "
Aufbruch" (2009).
Pertanto tra le 10 tracce risuoneranno potenti i corni della battaglia tra gli Aesir e le forze del male, i latrati ferali del lupo Fenrir, il micidiale fragore delle armi durante il Ragnarok, trasposti in quella micidiale miscela di heavy tradizionale, thrash e death melodico che i nostri interpretano ormai ad occhi chiusi.
E qui risiede il vero, grande (probabilmente unico) problema di "
Die Wilde Jagd": non il richiamo agli amati
Amon Amarth ed alla loro visione lirico/musicale (fil rouge dei lavori targati
Asenblut da sempre), quanto piuttosto il trovarsi di fronte ad un lavoro prevedibile e senza variazioni sul tema.
Questa "routine sonora" alla lunga (e 52 minuti a parere di chi vi parla sono probabilmente eccessivi) rischia di annacquare e far passare in secondo piano anche le cose buone (in alcuni casi molto buone) che l'album porta in dote: il riffing e le linee vocali di "
Codex Gigas", la violenza epica di "
Wolfshunger" con le sue fantastiche parti di chitarra che invitano ad un headbanging furente, le linee melodiche che fanno da architrave ad "
Irminsul" o l'intro maideniana di "
Weder Gott noch Könige" giusto per fare qualche esempio.
Come si diceva all'inizio però gli
Asenblut sono questi, nel bene e nel male, e siccome a naso proseguiranno per la loro strada sta a chi li ascolta decidere se "sapere cosa si beve" (per tornare a bomba) soddisfa o meno.
Perchè alla fine la birra, come la loro musica, avrà spesso lo stesso sapore ma con quanto gusto la si beve magari ad un concerto scapocciando sulle note selvagge di "
Die Wilde Jagd"?
Asenblut - "
Codex Gigas"
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