"
Vol. 2", beh... manco a dirlo è il secondo EP che danno alle stampe gli inglesi
Skyryder dopo il "Vol. 1" (vabbè ... ) autoprodotto nel 2018 e poi ristampato dalla
High Roller Records, che li ha messi, giustamente sotto contratto.
Guardando ai natali del gruppo, e anche alle loro pose a mise ottantiane, il primo pensiero va alla New Wave Of British Heavy Metal, quando poi le prime note escono dagli speaker, il tutto si rafforza.
Infatti, "
Virtual Humanity", dopo una breve incipit acustico è una bella scarica di energia che ripercorre il cammino intrapreso, tra i tanti, dai connazionali Dark Forest o gli statunitensi High Spirits, e scopriamo gli
Skyryder allargare i propri orizzonti proprio oltre oceano, dalle parti dei The Lord Weird Slough Feg e Jag Panzer fino agli Iced Earth. Questi ultimi non citati a caso, perché nella seguente "
Dead City", oltre ad immergersi negli Eighties ci si rende conto di come
Luke Mils possa ricordare, e non poco, Matt Barlow. E se il cantante è autore di un'ottima prova, ancora meglio fanno i due chitarristi,
Adam Thorpe e
Jonny Stern, e per convincersene basta assistere a come si intrecciano su "
Midnight Ryder", brano dove gli
Skyryder evocano i Jag Panzer, ma che non cerca soluzioni ardite e bada al sodo, lasciando proprio a
Thorpe e
Stern il compito di fare la differenza. "
Mistress of Darkness", con quel suo approccio ancora più vintage, mette in mostra tutte le qualità degli
Skyryder e si segnala come l'episodio più rappresentativo dell'EP. Non che "
Take the Night" faccia male il suo compito nel far calare il sipario sulla scena, tutt'altro, le chitarre danno delle belle rasoiate a destra e a manca, e
Luke Williams e
Andy Macknight pestano come due fabbri, e i nostri non si fanno mancare nemmeno quel breve momento di quiete che fa da preludio a un finale pirotecnico.
Se il songwriting si accompagnasse sempre a braccetto con la verve e la vitalità che gli
Skyryder riescono a esprimere a livello chitarristico, con questo EP avrebbero fatto il botto invece di aver realizzato "solo" un discreto lavoro. Credo abbiano dalla loro larghi margini, e possibilità, di miglioramento. Chissà, magari hanno solo tenuto da parte il meglio per l'inevitabile full length d'esordio.
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