C'era una certa attesa nell'underground stoner per il primo album degli argentini
Soldati. Questo perchè si tratta del nuovo progetto di
Sergio Ch. (
Sergio Chotsourian), il mastermind dei disciolti Los Natas. La band che tra il 1994 ed il 2012 si era ritagliata un ruolo rilevante in tale ambito, grazie a celebrati lavori come "Ciudad de Brahman" (1999), "Corsario negro" (2002) e "Nuevo orden de la libertad" (2009). Il prolifico chitarrista/cantante, che già in passato aveva contribuito a formazioni come Ararat, Santoro, La Ira del Dragon, Los Pakeros, ecc, adesso si è concentrato su questo nuovo trio (con
Lucas Cassinelli al basso e
Alfredo Felitte alla batteria), che in qualche modo riprende il vecchio percorso dei Los Natas.
Un corposo stoner-doom, cupo ed arcigno, muscolare e travolgente, cantato come da tradizione in lingua argentina, serrato ed ossessivo tanto da sfiorare lo sludge ma anche munito di vibrazioni psych lisergiche e drogate. Brani lunghi, sette minuti di media, densi e magmatici, molto doom ma con quel tocco di stoner tossico che ricorda gli Sleep ed i loro epigoni. Ascoltate "
From skulls" dove sembra di sentire i primi Los Natas che si sono convertiti allo sludge. Lenti, pesanti, con voce alla marijuana, ma anche accellerazioni ritmiche improvvise ed intense. Pezzo monolitico ed impressionante. Ci sono tracce dal groove più bombastico come "
Suicide girl" o "
Los secretos de Shiva", che richiamano i gloriosi tempi di "Meteoro 2028" o "Resplandor", altre orientate verso lo stoner sudamericano, vedi "
Whisky negro", quello che coniuga la pigrizia desertica nord-americana con la tendenza ad un sound metallico narcotico ed un pò anarchico. Uno stile che premia sia i visceri che la mente, poderoso ed ipnotico, accerchiante e primitivo, ritmico ed allucinatorio.
L'unico limite del disco è forse quello della sovrabbondanza delle singole canzoni, talvolta un pochino prolisse. Una cosa che può essere letta come il desiderio di
Sergio Ch. di fare un rientro alla grande, dopo un periodo difficile della propria carriera. Comunque, anche episodi non clamorosi come "
La electricidad del arbol caido" nascondono passaggi brillanti come qualche accelerazione spezzacollo ed un chitarrismo psycho-doom-metal alla Electric Wizard.
Segnalo ancora la torrenziale "
Solar tse", uno stoner-doom vibrante e soffocante, con una pennellata di atmosfera malinconica e decadente. Un po' ridondante, ma dall'effetto lisergico assicurato.
Il trio argentino si dimostra coeso e pienamente in accordo con le direttive del leader, per un album di grande spessore e fisicità heavy. Non un capolavoro, ma se siete fans dei Los Natas e dello stoner più ruvido e lavico, dovete dare fiducia alla nuova incarnazione
Soldati.
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