Copertina 8

Info

Anno di uscita:2006
Durata:36 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. FUTURE PLAGUE
  2. THE LAST DREAM
  3. SOLITUDE AND FEAR
  4. AWAKENING
  5. STOLEN BY THE WIND
  6. RAYS OF MIND
  7. THE PROPHET
  8. EDEN
  9. ASTRAL COIL
  10. OUR EMPTY ROOMS

Line up

  • Johnny Thyper: vocals
  • Mike: guitar
  • Alison: bass
  • Fede: keyboards

Voto medio utenti

"Ma cos'è: metal da discoteca?" chiede ingenuamente mia sorella mentre termino l'ultimo ascolto di "Our Empty Rooms". Ma in effetti il commento non è poi così fuoriluogo, vista l'ultima tendenza che cerca in ogni modo di mescolare le direzioni più estreme della musica heavy e dell'elettronica. Il lavoro dei bresciani Neon Synthesis procede ovviamente in questa direzione, buttando nella mischia industrial metal, synth pop, ebm e dark wave, senza allontanarsi troppo dalle tendenze fricchettone mostrate anche da altri alfieri del genere, come i romani Dope Stars Inc. Il risultato mi aveva lasciato leggermente perplesso durante i primi ascolti, ma mi ha invece convinto del tutto sulla distanza. Anche la distorsione troppo leggera delle chitarre, che mi aveva trasmesso un'idea un pò moscia della musica dei Neon Synthesis, alla fine si è rivelata una scelta vincente offrendo un bilanciato compromesso tra potenza e ricercatezza del sound. Che spesso si sposta nettamente verso l'elettronica, mostrando la passione della band per i beat della cassa e le infette apparizioni dei sintetizzatori. Ottima risulta la prestazione vocale di Johnny Thyper, senza il quale il risultato dell'album non avrebbe raggiunto queste vette: sia a livello tecnico che interpretativo la sua prova è di tutto rispetto, mettendo in mostra una grande capacità nel passare da sussurri, a screams, a voci più stralunate senza tradire alcuno stacco nelle intenzioni. Le canzoni sono tutte di facile assimilazione, giocando su ritmiche orecchiabili e ritornelli che si stampano in mente al primo ascolto... non c'è un solo calo di tensione durante tutto l'album, merito anche di una durata che supera di poco la mezz'ora. Ma per un lavoro ancora completamente autoprodotto più di così proprio non si poteva fare! Visto il momento di gloria che questo genere musicale sta attraversando negli ultimi tempi, non credo che la band resterà a lungo senza essere contattata da qualche etichetta interessata a produrre la più interessante commistione tra generi uscita in questi anni.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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