Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:55 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. THE DREAMS PUSHER
  2. BEYOND THE ETERNAL ILLUSION
  3. RED SAND
  4. GRIEVOUS
  5. A BROKEN DREAM
  6. THE BUTCHER
  7. AIR'S CUT
  8. REALLY?
  9. AS FALLING LEAVES
  10. SEASONS IN THE ABYSS

Line up

  • Marco Cardone: drums
  • Armando Sborgia: bass
  • Antonio Evangelista: vocals
  • Tiziano Antognozzi: guitars

Voto medio utenti

I Silent Tree sono una band misteriosa. Nessuna notizia in rete, un sito perennemente down, nessun stralcio di biografia e/o note aggiuntive per accompagnare questo loro debut album. Gli unici particolari che si conoscono sono la provenienza, Pescara, e l'anno di pubblicazione, il 2004. Per il resto è buio pesto ed è assurdo come una band emergente si rinchiuda in questo ermetismo, davvero inconcepibile...mah, contenti loro. Comunque, tornando alla recensione di questo " Tree Of Silence ", dico subito che si tratta di un buon lavoro di thrash tecnico, con una produzione all'altezza ed una prova più che discreta da parte di quasi tutta la line-up. L'unica pecca è il cantato pulito di Antonio Evangelista, poco incisivo e credibile ( tra l'altro con una pronuncia dell'inglese terrificante... ). Molto meglio quando il nostro si lancia nel growl più marcio, omaggiando chiaramente il Chuck Billy del periodo " Demonic ". Ed è proprio la band americana il maggior punto di riferimento, ed in particolar modo quella del disco " Low "; basta ascoltare la seconda traccia, " Beyond The Eternal Illusion ", per avere la sensazione di trovarsi al cospetto di uno scarto delle sessions di quel disco. L'ispirazione Testamentiana non è l'unica riscontrabile, anche se è sicuramente la maggiore; difatti anche i Megadeth pre " Rust In Peace " saltano fuori ogni tanto, mentre Evangelista sporadicamente se ne esce con acuti Halfordiani, o di Dane memoria se vogliamo, che dimostrano una buona tecnica. A questo punto, punterei decisamente sull'alternanza tra growl e parti acute, tralasciando in toto le clean vocals che, come già detto, sono il vero tallone d'Achille per questo ragazzo. Le influenze dei Silent Tree sono evidenti ma ciò non toglie che questo lavoro risulti piacevole; per essere un debut, con canzoni medio lunghe ( siamo sui cinque minuti di media ), ricche di cambi di tempo, riff su riff, patterns di batteria spesso contorti, linee vocali complicate, si tratta certamente di un lavoro piacevole. Se la band riuscirà a limare certe imprecisioni, oltre a staccarsi da certi cordoni ombelicali, si potrà assistere alla genesi di una buonissima band. Il futuro è nelle vostre mani.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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