Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:35 min.
Etichetta:Adipocere
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. BESTIAL BREEDING
  2. STAY BRUTAL
  3. FOETUS
  4. DEVIANT
  5. PERPUERAL CANNIBALISM
  6. SELF-PROCLAIMED GOD
  7. DEMENTIA (THE PRECOCIOUS SYMPTOMS OF MENTAL PERVERSION)
  8. PHLEBOTOMIZED
  9. INSANE CEPHALIC PRODUCTION
  10. INSOMNIES

Line up

  • Julien Truchan: vocals
  • Olivier Gabriel: guitars
  • Liem N'Guyen: guitars
  • Remi Aubrespin: bass
  • Fred Fayolle: drums

Voto medio utenti

Fino a poco tempo fa ero solito citare la scena metal francese come una delle peggiori in ambito europeo, ma negli ultimi tempi sono stato clamorosamente smentito da una serie di bands veramente buone. Sono stupefatto dal grande fermento che c'è in Francia per il metal estremo e questi Benighted sono una piacevolissima sorpresa, nonché ulteriore conferma del trend.
Iniziamo subito col dire che questo è terzo disco della band, non conoscendo i precedenti due dischi mi devo basare solo su questa release per dare un giudizio sulla band. Comunque, già a partire dalla copertina che riproduce un pezzo di imbottitura di cella di isolamento (almeno credo), si evince che l’unico scopo della band è fare male al nostro cervello. Da che mondo è mondo, Cryptopsy insegnano, ci sono due modi per mettere in crisi il cervello di una persona, ovvero la tecnica e la schizofrenia esecutiva. Due doti che i Benighted elargiscono a profusione in questo “Insane Cephalic Prod.”. I cinque francesi sembrano in preda a spasmi e convulsioni violente, con pezzi ricchi di stop’n’go, vocals dinamiche, sia nel classico e brutale growling, sia nel fastidioso e lacerante screamin’, il quale è maggiormente usato per le parti più dinamiche (piccolo trucchetto visto che la dinamicità vocale non si sposa bene, per una questione di mera difficoltà, con il growling). Molto importante il ruolo della batteria, la quale da il là a tutte le più convincenti azioni dei Benighted, dando il via ad accelerazioni brucianti e a cambi di ritmo totalmente malati.
In alcuni punti, cito “Deviant”, la dinamicità della band assume i contorni di una sinfonia, durante la quale non si può restare fermi e viene voglia di far headbangin’ sfrenato.
Il death metal della band sa essere brutale e veloce, ma da il meglio di se negli stacchi ricchi di groove, che sembrano somigliare all’incedere granitico di un carro armato. “Self-Proclaimed God” è un altro pezzo da novanta, con le accelerazioni sostenute dallo scontro totale tra la batteria devastante e le vocals brutalissime di Julien. La conclusiva “Insomnies” è quadrata e granitica, col suo incedere sorretto da un riffing quasi matematico.
In definitiva questi francesi ci propongono un brutal death metal che ha tutte le carte in regola per stupire e fare male, suonato molto bene, prodotto allo stesso modo e ricco di inventiva e fantasia, con un songwriting che attinge al brutal quanto al grind (ottime alcune vocals in grindgore-gurgling e certe accelerazioni fulminee della title-track), cercando però di suonare personali. Non si poteva fare di meglio.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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