Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:42 min.

Tracklist

  1. TEXAS RED
  2. FIND MY WAY
  3. STANDING STONES
  4. THE WITCH'S KING
  5. SOUL TO SAVE
  6. VICTORIOUS (TAKE MY CHAINS)
  7. ALL OUTTA FAITH
  8. THE CROW
  9. BREATHE AGAIN
  10. WEST OF FOREVER
  11. WITHOUT A THRONE

Line up

  • Luke Phillips: vocals, guitar
  • Daniel Richards: guitar
  • Lewis Watkins: bass
  • Jay Haines: drums

Voto medio utenti

Quartetto gallese di stanza a Newport, dopo un paio di Ep gli Everyday Heroes realizzano il loro primo full-length. Southern/blues rock di matrice tradizionale, con un tocco moderno alla Black Stone Cherry/Monster Truck. Il lavoro ruota intorno alla figura di un fuorilegge western chiamato "Texas Red", presente in una vecchia folk-song americana. Le undici canzoni si riferiscono a vari episodi di una sorta di pellegrinaggio che il protagonista intraprende, una sorta di "quest" attraverso la realtà terrena e l'intimità psicologica.
Brani solidi, con un buon equilibrio tra concretezza southern rock e la tendenza verso una dimensione catchy-orecchiabile. Episodi come "Texas red", "Find my way, The witch's king", mostrano l'inconfondibile cipiglio aggrottato della musica confederata, costituito da chitarrismo aspro, robuste ritmiche mid-tempo, vocals pulite ed appassionate. Pezzi abbastanza classici, ma soddisfacenti per chi apprezza questo stile.
Poi, nella parte centrale, l'album perde un pò di mordente. Niente di drammatico, ma gli episodi appaiono maggiormente piatti e desiderosi di trovare collocazione più radio-oriented, vedi una "All outta faith" che evoca i The Black Crowes di "Amorica" ma con meno incisività alcoolica. I gallesi giocano anche la carta della ballad densa e sentimentale ("Breathe again") ed ancora il risultato è esteticamente sufficiente ma privo del guizzo, del surplus davvero esaltante. Una di quelle canzoni che viene facile definire "di maniera". Elementi giusti, ben congegnati, compresa l'interpretazione sofferta di Luke Phillips, ma che non conducono ad un vero salto di qualità.
Più convincente una "Breathe again", dal timbro sognante ed intenso, e la conclusiva "Without a throne", forse miglior pezzo in scaletta, una semi-ballad in crescendo con vocals virili e drammatiche ed ottima atmosfera evocativa elettro-acustica. Uno di quei brani in pieno feeling southern, che non possono mancare in una produzione di questo tipo.

Lavoro discreto, con alcuni buoni spunti, incoraggiante per il futuro, ma al momento siamo ancora soltanto sulla piena sufficienza.

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