Tornano i serbi
AlogiA, a 5 anni da "
Elegia Balcanica". E il nuovo "
Semendria" sembra un ibrido tra un disco di Malmsteen e uno dei Royal Hunt: i fratelli
Branković, infatti, giocano con melodie locrie e accordi diminuiti, per creare quella tensione tutta neoclassica che piace e convince.
Apre le danze "
Semendria", e la prima piacevole sorpresa è la voce eterna di
Mark Boals, che farebbe sfigurare chiunque al suo cospetto. Il secondo brano, "
Eternal Fight", vanta invece la presenza di
Tim "Ripper" Owens a duettare con
Nikola Mijić, ed infatti si spinge subito sull'acceleratore, grazie anche ad una prestazione più che convincente dell'ex Priest. Tutto l'album sarà un saliscendi di intensità, con brani più o meno riusciti ma tutti molto simili tra di loro, per linee vocali ed arrangiamento. Spicca ovviamente anche il terzo ospite dell'album, ossia
Fabio Lione, in una "
Visantia" che somiglia fin troppo alla title track, e fa molto Angra, al netto di un intermezzo in italiano/latino molto carino... C'è ancora tempo per una "
Beyond Belief" che puzza di Maiden da un miglio, ed una conclusiva e strumentale "
From East to West" che, sin dal titolo, rimarca le varie influenze nella musica dei serbi.
La versione giapponese di questo disco presenta anche le cover di "
Forever and One" (Helloween) e "
The Spirit Carries On" (Dream Theater), che purtroppo a noi non fu dato ascoltare. In generale, una buona uscita per una band che in patria è già un'autorità, e che all'estero si sta facendo conoscere sempre più. Disco corto, ma ben fatto, al netto di qualche filler non eccezionale.
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