Le antologie di autori vari possono apparire anacronistiche, in un mondo digitalizzato dove chiunque è in grado di scaricarsi e costruirsi le compilation musicali "ideali" secondo i propri gusti. Patchworks sonori autogestiti che formano la colonna sonora quotidiana di molte persone: scomponibili, ricomponibili, riciclabili, innumerevoli volte. Un approccio all'arte musicale più di tipo "usa e getta" che realmente e sentitamente profondo, esplorativo ed immersivo. Su tale tema si potrebbe dibattere a lungo, ma non è questo nè il momento nè il luogo per farlo.
Perchè la presente raccolta è la celebrazione di una delle più brillanti e visionarie etichette discografiche italiane: la
Go Down Records.
Fondata nel 2003, attualmente con sede a Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena), da Leonardo Cola e Max Ear (Ojm), nell'arco di diciassette anni si è imposta come uno dei punti di riferimento internazionali del rock underground/alternativo. Puntando su filoni di nicchia, ma assolutamente vitali, come lo stoner, la neo-psichedelia, il garage, l'alt-rock e quant'altro, questa piccola/grande label si è guadagnata il massimo rispetto sia in patria che fuori dei confini nazionali. Una calibrata miscela di bands locali ed estere, che partendo dalle prime produzioni (
Small Jackets e
Ojm) ha gradatamente attirato nomi dello spessore di
Fatso Jetson,
Karma to Burn,
Gorilla,
Yawning Man, che a vario titolo hanno collaborato con questa label. A livello personale posso affermare di avere buona parte della produzione
Go Down nella mia collezione discografica, perchè amo il rock come libertà di espressione e come arcobaleno di sfumature interpretative, in particolare quelle più marginali, meno mainstream, ma ricche di passione ed attitudine, di calore e flessibilità.
Tutto questo lo troviamo nella presente monumentale raccolta, 28 brani che illustrano in maniera esaustiva tutte le variabili del catalogo di questa etichetta. Dallo stoner roccioso di
Humulus, Ojm,
Maya Mountains, al robotic-desert dei
Fatso Jetson; dal garage punk essenziale e diretto di
Diplomatics,
The Morlocks e
Link Protrudi & The Jaymen al rock sanguigno e viscerale di
Vic Du Monte's Persona Non Grata,
The Lu Silver String Band,
Mad Dogs e
The Roozalepres. Poi il mondo psichedelico, dagli eccelsi e lisergici sixtiees-vintage
Vibravoid ai fantastici
Mother Island (i Jefferson Airplane del nuovo millennio), passando per gli sfrenati
Virtual Time ed i psycho-sludgers
Jahbulong. Ed ancora le prestazioni live di due colossi strumentali come
Karma to Burn e
Yawning Man, gente sulla breccia ormai da anni.
Uno di quei casi in cui è inevitabile affermare "roba per tutti i gusti e tutti i palati". Ma soprattutto la conferma dell'ottimo lavoro realizzato nel tempo da questa casa discografica, che ha sempre premiato la qualità rispetto alla quantità. Una sventagliata di formazioni interessanti, stimolanti, anticonformiste, vitali e moderne pur nella loro etica di rinnovatori del passato.
Complimenti alla
Go Down, vi vogliamo sempre così.
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