Ci risiamo.- Base metal stop/go, con chitarrone ribassate: cel'ho
- Inserti elettronici qua e là: ce l'ho
- pochissimi assoli: ce l'ho
- cantante femminile: ce l'ho
- harsh vocals per fare brutto: ce l'ho.
Insomma, cari lettori della Gloria, il rischio dell'ennesimo album di
trance metal, come iniziano a chiamarla alcuni colleghi, c'era tutto. Ma, ad onor del vero e a discolpa degli ucraini
Ignea, il qui presente "
The Realms of Fire and Death" riesce ad eludere la mia sorveglianza, dimostrandosi eterogeneo, ben suonato, mai eccessivamente spinto verso il
tunz tunz ed ottimamente prodotto, anche se i suoi difettucci li ha.
Apre le danze forse la canzone più brutta del disco, "
Queen Dies", di cui potete ammirare anche il video più sotto, e le aspettative del vostro Sbranf si abbassano subito. Ma per fortuna, come cantava l'immortale
Anna Oxa, "
è tutto un attimo": la successiva "
Чорне полум'я" (di cui l'ultima traccia, "
Black Flame", è la versione in inglese) è una mazzata tra capo e collo, come (fortunatamente) è anche il caso di altri brani: immaginate qualcosa nel mezzo tra Amorphis, Slipknot (per le ritmiche serrate e certo screaming), Leaves' Eyes (per la voce clean di Helle, ma ovviamente siamo a migliaia di miglia)... e il risultato, alla fine, suona molto originale. Complici le scale orientali che tanto piacciono agli Ignea, o le atmosfere completamente diverse che sanno dare ad ogni brano. Alcuni esempi? "
Out of my Head" sembrano gli Epica, molto symphonic metal, "
Too late to be Born" è un brano in blast beats che fa tanto Dimmu Borgir, "
What for" è un brano folk acustico tutto chitarre, bouzuki, darbuka (bellissimo, tra l'altro), "
Gods of Fire" sembrano i Lamb of God.... e così via fino alla fine.
Una delle pecche, probabilmente, è il troppo spazio lasciato agli scream/growls di
Evgeny ed Helle, anche se effettivamente certi pezzi li richiedono proprio, laddove avrei preferito sentire più clean vocals da parte di
Helle, che non difetta di una buona timbrica. I musicisti sono molto preparati ed il disco suona carico e potente... Forse un pò troppo eterogeneo, forse un pò troppa carne al fuoco, troppe direzioni senza prenderne una chiara e decisa? Mi sembra un difetto da poco, per una band al secondo album. Il futuro forse ci dirà qualcosa di più su CHI vogliono essere gli
Ignea. Per il momento, "
The Realms Of Fire And Death" è un album piacevole e con qualche sorpresa, per chi sa essere aperto di vedute (e di orecchie).
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