Album d'esordio per i tedeschi
Gaffa Gandhi, nati intorno al 2011 a Dresda ma ora stanziati a Berlino. Quartetto strumentale, molto influenzato da Karma to Burn, Colour Haze, post-progressive-rock, con elementi metal ed indole free-form. Brani lunghi, dilatati, che culminano nella suite di sedici minuti dal titolo chilometrico ("
Progressive concepts...ecc.") a testimonianza di una certa propensione per lo humor e la provocazione, confermata anche dalla cover del disco dove campeggia un grottesco ed inguardabile Rod Steward leopardato della decadenza suburbana.
Se la prima canzone, "
Symphony of swag", sembra un omaggio ai KtB visto che percorre il medesimo sentiero di un suono rock/metal aspro ed asciutto, spigoloso ed ispirato al contemporaneo groove americano, più avanti la band allarga il proprio orizzonte esprimendo una visione maggiormente post-metal dal tiro imponente ed accerchiante ("
Ancient dominator") con chiari richiami ad un attitudine psycho-prog compatta e complessa. Aspetto che trova il suo apice nella torrenziale suite, dove la formazione teutonica si lascia andare ad una sperimentazione jammistica che denota ottima abilità strumentale ma anche la tendenza ad elaborare svariate componenti sonore: dal rock settantiano al metal più tagliente, dall'irruenza stoner alle derive psichedeliche e noise. Brano totemico, abbastanza autocelebrativo, ma non si può negare ai
Gaffa Gandhi una buona perizia tecnica ed il desiderio di stupire con una "pièce de résistance" davvero monumentale ed impressionante. Alla lunga un pò stancante, ma di buon livello.
Chiude la bonus-track "
Phobophobie", più concisa e serrata, molto metal e sferzante, quasi un techno-thrash con aperture math-stoner che la rendono una base interessante per il futuro.
Buon lavoro, non eccezionale ma interessante per chi ama le produzioni rock/metal interamente strumentali. Consigliato ai fans di Karma to Burn, Yob, Pelican, Kylesa.
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