Ma voi ve l’immaginate una band black/thrash che suona black/thrash e vomita satanismo in Bangladesh? No? E invece eccola qua! Gli
Eternal Armageddon, infatti, vengono proprio da Dhaka, Bangladesh, e suonano proprio black/thrash, e se proprio la vogliamo dire tutta, non sono manco così tanto male, anzi…
Immaginate i nostrani Necrodeath, con tutte le dovute e sacrosante proporzioni e con tutto il rispetto dovuto, che decidono di trasferirsi in Asia e continuare a suonare, ma scordandosi un pelino come si fa… Ebbene, se avete colto appieno la metafora, potrete capire come suonano gli
Eternal Armageddon, i quali, se riuscite a superare i pregiudizi di un’opinione affrettata, riusciranno perfino a stupirvi qua e là durante l’ascolto di “
In light in dark in hate”, loro album di esordio autoprodotto, dopo un EP e un demo.
Perché ho nominato la band di
Peso e
Flegias prima? Perché effettivamente i punti di contatto sono parecchi, anche se nel caso dei bangladesi la componente più strettamente black metal emerge più frequentemente, forse a causa delle loro origini musicali, più ancorate al genere in questione. Per il resto, si tratta di thrash metal ferale e maligno, debitore tanto ai Necrodeath quanto, ovviamente, agli Slayer più oscuri, il tutto sporcato da quel tocco di black metal già citato, che rende il tutto più ferale e satanico, come per i testi che accompagnano i riff.
Tecnicamente ci troviamo dinanzi ad un livello più che dignitoso, il trio si dà da fare, mentre forse si sarebbe potuto fare di più a livello di produzione, ma calcolando che si tratta di un esordio, per giunta autoprodotto, e non conoscendo quali siano i reali mezzi a loro disposizione, direi che il risultato finale, pur se estremamente secco e scarno, è più che accettabile. Un po’ di bassi e di profondità in più avrebbero reso i brani decisamente più avvincenti e letali, ma non è un grosso problema.
Dal punto di vista compositivo, invece, i nostri hanno dimostrato di aver appreso bene la lezione impartita da gruppi come i già citati Slayer e Necrodeath, ma non solo, mi sentirei di nominare, tra le loro influenze, anche band come Toxic Holocaust, Aura Noir, e per la parte più blackosa Watain e Dissection, soprattutto per quanto riguarda i riff e alcune soluzioni vocali di
Asmodeus, che però, tocca ammetterlo, per il 90% dell’album ricorda decisamente
Flegias.
Ok, forse le tematiche sono state fin troppe volte trattate, forse i riff alcune volte suonano come già sentiti, quindi sicuramente non stiamo parlando di una band che fa gridare al miracolo, però non mi sento assolutamente di stroncarli, in quanto durante l’ascolto dei sette pezzi si riesce a percepire la genuinità della proposta, e poi, diciamola tutta, i brani funzionano eccome, i nostri macinano riff che è un piacere, e se vi va di passare una mezz’oretta immersi in un’atmosfera malsana, beh, allora gli
Eternal Armageddon fanno al caso vostro. E poi, chiamatemi stupido, quando a metà di
Obey to none i nostri partono con le liriche in bangladese, mi sono decisamente gasato, e ho scoperto che si adattano perfettamente, come assonanze, al genere proposto.
In definitiva, “
In light in dark in hate” non cambierà le sorti del genere, né cambierà la vostra vita, ma io mi sento di dare una chance ai ragazzi, a maggior ragione perché immagino che produrre musica del genere dalle loro parti non sia affatto così facile come possa sembrare, quindi mi viene da pensare, in maniera forse un po’ troppo poetica, che il vero spirito underground, in questi luoghi pochi avvezzi al metal, si avvicini molto a quello primordiale, quello che gli stessi Celtic Frost, Slayer, Sepultura, e via dicendo, hanno vissuto in prima persona negli anni ’80.