Dopo un debutto come “
One desire”, incensato da critica e pubblico (forse in maniera fin un po’ troppo “entusiasta” …), era inevitabile inserire il nome degli
One Desire nell’elenco dei “sorvegliati speciali” della scena melodica emergente, a cui affidare l’onere e l’onore della “continuazione della specie”.
Ebbene, “
Midnight empire” affronta l’impegno con disinvoltura e determinazione, riproponendo la miscela di
AOR,
synth-pop e
hard-rock dell’esordio, ammantandola di un pizzico di ulteriore maturità espressiva, proprio come si richiede a un gruppo “giovane” vincolato a un naturale percorso di crescita.
Evidentemente, nonostante la considerevole esperienza dei suoi membri, acquisita in altre formazioni (Negative, Sturm Und Drang, Joel Madden of Good Charlotte, Paul Di´Anno, Cain´s Offering, MyGrain), la
band finlandese (immutata nei suoi effettivi … anche questa, in tempi tanto “incostanti” e frenetici, è già di per sé una notizia …) aveva comunque bisogno di un minimo di “rodaggio” collegiale, in un
album che, con una minore diluizione dei temi e un barlume di maggiore incisività avrebbe davvero potuto far “gridare al miracolo”.
Così, invece, “
Midnight empire” appare “solo” l’encomiabile lavoro di un gruppo in grado di magnificare la consolidata tradizione nordica del settore, sfiorando i vertici assoluti di tale nobilissimo retaggio.
Se tutti i brani avessero ostentato la sfacciataggine accattivante di "
After you’re gone” e “
Godsent extasy”, fossero stati capaci di trasmettere il
pathos dilagante di "
Through the fire” (un’enfatica frazione elettroacustica che rievoca qualcosa degli Unruly Child … con uno
zinzino di superiore “asciuttezza” sarebbe stata sublime …) o ancora avessero posseduto la forza trainante di “
Heroes” e “
Killer queen” o la palpitante tensione sentimentale di “
Rio”, l’intera esperienza d’ascolto avrebbe assunto proporzioni emotive davvero inaudite.
Per il resto, bisognerà “accontentarsi” delle suggestioni “cinematografiche” di “
Shadowman”, un efficiente numero d’apertura di marca Journey-
esca, del
refrain “a presa rapida” di “
Down and dirty”, dell’evocativa energia di “
Battlefield of love” (“pericolosamente” vicina a essere inserita tra le eccellenze del programma) e delle gradevoli romanticherie di “
Only when I breathe”, tutto materiale sonico di prim’ordine, appena sotto la soglia del perentorio soggiogamento sensoriale.
Gli
One Desire si confermano, dunque, tra le coalizioni maggiormente promettenti del
rockrama melodico internazionale, la cui ascesa è però ancora in cerca di una definitiva valorizzazione.
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