Ottavo album per una delle band stoner più popolari presenti sul suolo nazionale: i romani Black Rainbows. Gruppo che ruota intorno alla figura inossidabile del chitarrista/cantante Gabriele Fiori, il quale guida la formazione attraverso numerosi cambi di line-up fin dalla metà degli anni 2000.
Personalmente li seguo dai tempi dell'acerbo ma seminale "Carmina diabolo" (2010), seguito da lavori sempre più maturi come "Supermothafuzzalicious!!" (2011), "Holy moon" (2013), "Stellar prophecy" (2016) e "Pandaemoniun" (2018). Una serie di lavori che, un passo alla volta, hanno determinato l'evoluzione del sound del trio laziale dall'iniziale stoner-rock abbastanza canonico ad una visione stilistica più ampia, che abbraccia anche la psichedelia fumosa, il fuzz-groove e le reminiscenze dell'hard settantiano. Una buona flessibilità interpretativa, elaborando i suggerimenti e le suggestioni dei migliori interpreti del settore.

Quindi non sorprende che il disco parta con un pezzo molto diretto ed "in-your-face" ("At midnight you cry") nella scia degli Orange Goblin e prosegua invece con uno stoner-doom corposo e torbido ("Universal phase"), che poi si apre ad un fuzz-groove molto Fu Manch-iano. Due pezzi di grande energia ed intensità, non particolarmente elaborati ma dannatamente efficaci.
Il singolo "Radio 666" deve molto allo space-rock dei Monster Magnet, ritmato ed orecchiabile ma dotato della giusta atmosfera fumosa e settantiana. Canzone sul genere "Powertrip", per intenderci, davvero non male. Ancora più Magnetiana la seguente "Isolation", con una prima parte fin troppo derivativa ma una seconda metà che presenta un roccioso e brillante tiro stoner.
Quel "supertrip" presente nel titolo del lavoro, si concretizza nella bellissima "Hypnotized by the solenoid". Uno di quegli eccitanti viaggi nella hard-psichedelia alla Hawkwind, pieno di echi e riverberi, tensione elettrica ed atmosfera cosmica esaltata da un assolo space di pregiata fattura. Potenza rock e visioni allucinogene, uno dei top di questo disco e forse dell'intera produzione Black Rainbows. Cosmic-jam all'ennesima potenza.
Con "Master rocket power blast" riscendiamo sul solido terreno dell'energy-rock stile Wyndorf e soci. Adrenalina e sudore, accattivante melodia vocale, orizzonti metallici e ritmo incalzante e sfrenato. Pezzo che spaccherà in sede live. Per chiudere la scaletta rimangono il robusto stoner "Snowball", molto denso e massiccio, la catchy ed intrigante "Glittereyzed" ed una "Sacred graal" che in qualche modo sintetizza al meglio lo stile del gruppo italiano: grande potenza, ritmo, groove, aggressività, elementi heavy/stoner/psichedelici. Altro brano rimarchevole, anche sotto il profilo tecnico ed interpretativo. Tiro spezzacollo per per ricaricare le batterie vitali esauste.
Nella versione cd e doppio vinile, due tracce bonus: la psycho-acustica "Searching for satellites part. I & II", una sorta di trip mantrico e lisergico, ed il killer-rock turbinoso "Fire breather", altro episodio adrenalinico ed impattante come un diretto al volto. Ricorda lo scandi-stoner più roccioso di gente come Dozer e Lowrider. Degna conclusione di un lavoro di ottima qualità, anche a livello internazionale.

Fiori e compagni non saranno il trio più originale del mondo, ma trasmettono quello che difetta a molti altri: la potenza, la grinta, il calore e quel sottile mood orecchiabile che piace tanto ai rocker di lungo corso come il sottoscritto. Prova pienamente riuscita.