È tanto inaspettato quanto interlocutorio il nuovo EP dei
FROST*. Reduci dall’ottimo (almeno per il sottoscritto)
“Falling Satellites”, la band guidata da
Jem Godfrey e dall’instancabile
John Mitchell ha dato sfogo alle proprie pulsioni più sperimentali, confezionando poco più di mezz’ora di musica che si discosta non poco dalla produzione sopraccitata.
L’attacco è deciso, con l’elettronica in evidenza a cavallo tra
Ayreon e
Pure Reason Revolution (
“Fathers”) che talvolta diventa fin troppo invadente (è il caso della più morbida
“Clouda”).
“Exhibit A” è un episodio molto azzardato, un po’ Chemical Brothers e un po’ Fatboy Slim, prima della più canonica e nostalgica
“Fathom”, che strizza l’occhio al maestro Roger Waters.
“Eat” è un frullato a base Brian Eno, David Byrne, Robert Fripp e Matthew Bellamy - davvero troppo per meno di cinque minuti di canzone - e prelude alla conclusiva
“Drown”, traccia lisergica, melodica e avvolgente.
“Others” non è un brutto lavoro, ma spero vivamente che il full-length previsto per la fine dell’anno sia almeno un po’ più equilibrato…
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?