I
Texas Murder Crew vengono da Dallas e il loro moniker, unito al fatto che sono capitanati da
Kevin Clark, ex chitarrista dei
Devourment sul fondamentale “
Molesting The Decapitated”, dice già tutto sulla loro proposta, slamming brutal death metal nel quale le tematiche splatter/gore la fanno da padrone, al punto da spingere la band a dichiarare di aver catturato, con il qui presente debutto “
Everyone’s Last Breath”, il suono delle mosche che sciamano su un corpo in putrefazione.
Ciò detto, l’ascolto dei 18 minuti scarsi di questo ep conferma quanto si poteva aspettare dalle succitate premesse, ovvero un brutal death metal, con doppio attacco vocale, infarcito di rallentamenti paludosi e accelerazioni scriteriate, con una sezione ritmica protagonista quasi sempre.
Formalmente non manca nulla al sound dei
Texas Murder Crew, suonano questo genere come andrebbe suonato, con tutti gli annessi e connessi, per ciò risultando assai godibili, per un verso, e al quanto ripetitivi, per altro verso.
Personalmente, per quanto apprezzi il genere, dello stesso preferisco quelle bands che insistano sulla brutalità e sulla velocità, elementi che spesso sono il paradigma dell’intensità sonora che in un genere come questo non deve mai mancare. E non è un caso che i pezzi migliori siano la title track e “
Beneath My Feet”, almeno nella parte iniziale. Il resto è troppo focalizzato sui già richiamati rallentamenti che sono sì morbosi e marci, ma che, ripeto, inficiano il disco per ciò che concerne l’intensità. Per capire cosa intendo basta ascoltare, come già detto, la title track, che è davvero devastante.
In definitiva un debutto discreto, che nulla aggiunge al genere, ma con ampi margini di miglioramento da verificare sulla lunga distanza.
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