Gli
Atrae Bilis vengono dal Canada e folgorati sulla via del death metal tecnico e dissonante, ispirati dai conterranei
Gorguts e
Neuraxis, nonché dalla pletora di bands più recenti come
Ulcerate e
Blood Incantation, danno alle stampe il loro debut, il qui presente “
Divinihility”.
Il disco consta di una breve intro più cinque tracce per una durata che supera di poco i 20 minuti.
La band non dà punti di riferimento, e dopo un paio di pezzi buoni, che potremmo definire di riscaldamento, comincia a fare dannatamente sul serio con “
Ectopian”, una canzone che durante i suoi 5 minuti esatti di durata mette in luce un campionario magnifico di come vada scritta ed eseguita una canzone death metal, una canzone che sia capace di mettervi al centro circondati da 4 belve inferocite che vi picchiano in tutti i modi possibili e immaginabili, con una varietà di soluzioni eccellente. Senza contare la necessità di darvi requie, perché nel bel mezzo della canzone i nostri infilano uno stacco doom/progressivo con cori monastici, prima di tornare a picchiare con una perizia tecnica veramente invidiabile.
La solfa non cambia con la successiva “
Upon The Shoulders Of Havayoth” e, soprattutto, con la conclusiva “
A Ceremony Of Sectioning”, con inserti di violini ad impreziosire il tutto.
Gli
Atrae Bilis mostrano con questo “
Divinihility” di essere in grado di scrivere canzoni variegate e complesse, ma anche brutali, trovando una formula compositiva pressoché perfetta, che lascia intravedere amplissimi margini di miglioramento, soprattutto per ciò che concerne l’intensità e la brutalità, che non bastano mai.
Ciò detto teneteli d’occhio, il futuro è loro.
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