“Un Saluto Alle Nuvole” non è un disco come tutti gli altri, non tanto per la proposta musicale - molto eterogenea come avrò modo di spiegare - quanto per l’intensità delle tematiche affrontate.
È il 2012 quando a
Stefano Gianotti, mastermind del progetto
OTEME, viene chiesto di girare un documentario sull’Hospice di Lucca, luogo dove i malati terminali vanno a morire. In questa stessa sede l’artista ha quindi deciso di intervistare infermieri, dottori e familiari e di utilizzare le loro parole come materiali per l’album in oggetto.
A emergere fin da subito, a mio avviso, è la capacità di
Gianotti di evidenziare i testi (a volte recitati, a volte cantati) nonostante la presenza di un ensemble strumentale corposo e atipico, quantomeno in un contesto che vorrebbe (?) essere anche rock - la traccia simbolo di questo approccio è forse
“Quando La Sera”, un “caos organizzato” dal respiro teatrale e dal forte impatto emotivo.
Una parte del full-length rievoca la musica colta contemporanea del secolo scorso -
“Chiudere Quella Porta”, “Un Ricordo Bello” e
“Gli Angeli Di San Cataldo” pagano tributo tanto a György Ligeti quanto a Salvatore Sciarrino e a Luigi Nono - mentre altri episodi provano a unire musiche relativamente “orecchiabili” con parole strazianti:
“E C’è Qualcuno” è a suo modo bucolica,
“Dieci Giorni” spicca per l’architettura quasi progressiva creata dalla stratificazione di contrappunti melodici,
“Una Mamma Disperata” devia verso il jazz con tanto di assoli di pianoforte e batteria,
“Per I Giorni A Venire” strizza l’occhio alla fusion.
Un’opera pesante nel senso più nobile del termine, non per tutti, e impossibile da ridurre a un numero.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?