Il nuovo album di
Alex Carpani fa un ulteriore passo in avanti rispetto a quanto proposto dal tastierista l’anno scorso con il progetto
Aerostation.
“L’Orizzonte Degli Eventi” sposa sapientemente quanto di meglio fatto in patria negli ultimi anni in ambito cantautorale con certo progressive rock recente, generando un album all’insegna di un rock maturo e impegnato, ma allo stesso tempo orecchiabile.
Spesso mi è sembrato di ascoltare Franco Battiato proiettato nel nuovo millennio (
“Lava Bollente”, “Tempo Relativo”, “Nel Ventre Del Buio”), nonostante una presenza “ingombrante” di sonorità wilsoniane e alternative (è il caso de
“Il Perimetro Dell’Anima” e di
“Sette Giorni”).
I synth moderni di
Carpani la fanno da padrone, specie quando il musicista è alle prese con le sue chitarre virtuali (penso a
“Fiore D’Acqua” o a
“La Fine È Là”, che ha qualcosa dei Depeche Mode), ma senza disdegnare sonorità più soffuse ed evocative (l’introduttiva titletrack).
Difficile non consigliarne l’ascolto.
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