Terzo album per gli
Stargazery, band che non conoscevo ma alla quale mi sono approcciato con piacere vista la presenza in formazione di alcuni musicisti che avevo già incrociato e apprezzato in passato, come
Pete Ahonen, chitarrista (e cantante) dei Ghost Machinery e dei Burning Point ma sopratutto il vocalist
Jari Tiura, che ben mi impressionò ai tempi degli Snakegod, che incisero il solo "Invitation", del quale ho giusto recuperato una mia vecchia recensione, e che ha anche cantato su "Tales of Rock'n'Roll" (2006) dei Michael Schenker Group. Assieme a loro il bassista degli Altaria:
Marko Pukkila, il tastierista
Pasi Hiltula, con trascorsi nei Burning Point ma pure negli Eternal Tears of Sorrow e Kalmah, e infine il batterista degli Embraze (in tempi più recenti anche nei Ghost Machinery)
Ilkka Leskelä.
Musicisti piuttosto esperti quindi e anche caratterizzati da percorsi musicali diversi, tuttavia negli
Stargazery è subito evidente come si impongano i trascorsi di
Ahonen e
Tiura, infatti, la loro "
Constellation" è formata da un classico Power Metal, cui si aggiungono un marcato tocco Hard Rock e tanta melodia, talvolta il tutto combinato assieme, come avviene per esempio su "
In My Blood" dove sembrano incontrarsi i Deep Purple e i Bon Jovi.
"
Sinners in Shadows", opener e singolo del disco, mette subito in bell'evidenza la voce di
Jari Tiura che passeggia senza problemi lungo sentieri che si affacciano dalle parti degli Stratovarius e Freedom Call. E la successiva "
War Torn" pare guardare con insistenza proprio alla formazione di Chris Bay, mentre "
Self–Proclaimed King" ci mette più grinta e, fatto salvo l'assolo di tastiere, ha dalla sua qualcosa degli Hammerfall.
Non che questo stia ad intendere che gli
Stargazery scopiazzino a destra e manca, anzi, sono quindici anni che suonano questo genere di musica, e poi le loro ispirazioni guardano ai maestri del genere, così quando le mettono in opera sanno dare vita a dei bei brani come "
Ripple the Water" e "
Caught in the Crossfire" (il primo un ottimo esempio di Metal Neoclassico, più ottantiano il secondo) e pure ad una avvincente power ballad, davvero suonata e interpretata alla grande, quale si rivela un po' a sorpresa "
I Found Angels". Piacciono anche la vivacità della titletrack, il pathos di "
Dark Side of the Moon" e infine il mood epico alla Rainbow della conclusiva "
Raise the Flag".
Gli
Stargazery "
in the heat and the rain ... with whips and chains" si fanno sentire e apprezzare. Band da riscoprire.
Metal.it
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