Per il loro terzo album, gli svedesi
Prins Svart si sono avvalsi dell'aiuto delle migliori vocals del loro paese quali:
Mats Levén (Skyblood, ex Candlemass)
Håkan Hemlin (Nordman)
Janne Åström (Medborgarna, Så ska det låta)
Matti Alfonzetti (Skintrade)
e il risultato è un prodotto assolutamente esplosivo che combina il vecchio col nuovo, suoni Classic rock con liriche nella lingua madre ( e devo ammettere che il risultato è molto musicale nonostante non abbia capito una singola parola!)
Il profilo della band è stato plasmato dalle esperienze maturate con gente del calibro di Michael Schenker, Bernie Marsden, Grand Magus, Tiamat e The
Poodles.
La loro musica è saldamente ancorata nei '70 - Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath - ma non mancano infliuenze dei primi '80 - Dio, Whitesnake, Rainbow, Ozzy Osbourne -
Si parte con le bordate hard /heavy di "
Inte Sa Latt Det Ser Ut" e "
Har Finns Bara" dove godiamo di solidi mid tempos, grandi chorus, orchestrazioni con uso sapiente di hammond, riff duri e melodici allo stesso tempo, per passare alla sognante power ballad "
Sannongen For Mig" oscura e melodica.
In "
Ingen Minns Oss Nar Vi Gar" le chitarre sono quasi doom, pesanti e l'incedere del brano ha lo stesso effetto di un mammut che avanza e che all'improvviso si ferma per poi riprendere la sua marcia nel suo alternarsi fra parti dure e melodie da ballad, il basso apre le danze nella melodica "
Om Det Dom Viskar Ar Sant" dal sapore '70.
Una dolce chitarra acustica accompagna la voce ed il piano in "
Allt Mitt Liv", una ballad che ricorda gli Scorpions, chiude "
Grona Manalishi" - che altro non è che il classico Green Manalishi dei Fleetwood Mac ripreso anche dai Priest - qui in veste live.
"
Under Jorn" è un disco appassionante che non stanca mai e che sorprende ad ogni ascolto.
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