Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2020
Durata:29 min.
Etichetta:Musica Ex Machina

Tracklist

  1. INTE SÅ LÄTT SOM DET SER UT
  2. HÄR FINNS BARA JAG
  3. DRÖMSKÅP PÅ GLÄNT
  4. SANNINGEN FÖR MIG
  5. INGEN MINNS OSS NÄR VI GÅR
  6. OM DET DOM VISKAR ÄR SANT
  7. ALLT MITT LIV
  8. DEN GRÖNA MANALISHI MED TVÅHORNAD KRANS (LIVE FRÅN KÄGELBANAN

Line up

  • Sebastian Sippola: drums
  • Tomas Thorberg: bass
  • Henrik Bergquist: guitar and vocals

Voto medio utenti

Per il loro terzo album, gli svedesi Prins Svart si sono avvalsi dell'aiuto delle migliori vocals del loro paese quali:
Mats Levén (Skyblood, ex Candlemass)
Håkan Hemlin (Nordman)
Janne Åström (Medborgarna, Så ska det låta)
Matti Alfonzetti (Skintrade)
e il risultato è un prodotto assolutamente esplosivo che combina il vecchio col nuovo, suoni Classic rock con liriche nella lingua madre ( e devo ammettere che il risultato è molto musicale nonostante non abbia capito una singola parola!)
Il profilo della band è stato plasmato dalle esperienze maturate con gente del calibro di Michael Schenker, Bernie Marsden, Grand Magus, Tiamat e The
Poodles.
La loro musica è saldamente ancorata nei '70 - Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath - ma non mancano infliuenze dei primi '80 - Dio, Whitesnake, Rainbow, Ozzy Osbourne -
Si parte con le bordate hard /heavy di "Inte Sa Latt Det Ser Ut" e "Har Finns Bara" dove godiamo di solidi mid tempos, grandi chorus, orchestrazioni con uso sapiente di hammond, riff duri e melodici allo stesso tempo, per passare alla sognante power ballad "Sannongen For Mig" oscura e melodica.
In "Ingen Minns Oss Nar Vi Gar" le chitarre sono quasi doom, pesanti e l'incedere del brano ha lo stesso effetto di un mammut che avanza e che all'improvviso si ferma per poi riprendere la sua marcia nel suo alternarsi fra parti dure e melodie da ballad, il basso apre le danze nella melodica "Om Det Dom Viskar Ar Sant" dal sapore '70.
Una dolce chitarra acustica accompagna la voce ed il piano in "Allt Mitt Liv", una ballad che ricorda gli Scorpions, chiude "Grona Manalishi" - che altro non è che il classico Green Manalishi dei Fleetwood Mac ripreso anche dai Priest - qui in veste live.
"Under Jorn" è un disco appassionante che non stanca mai e che sorprende ad ogni ascolto.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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